L’Altrodesign di Genova cuce e dona mascherine di stoffa

“Mai avremmo pensato di dover affrontare una simile emergenza, in un periodo già difficoltoso a livello economico per tutti settori e soprattutto per il nostro che non si può certo definire indispensabile, sta veramente facendo tanta paura a tutti a tutti i livelli”.

Pensiero del trio L’Altrodesign, Isabella, Anna e Caterina, le titolari dell’Atelier artigiano nel quartiere di San Martino a Genova, che nel 2019 ha festeggiato i vent’anni di attività di un laboratorio di abiti sartoriali fondato da Anna, la mamma di Isabella e Caterina, cresciute praticamente “in bottega”, per imparare da lei i trucchi del mestiere e portare avanti la tradizione di famiglia.

“Per quel che ci riguarda quest’emergenza – sottolinea Isabella Ramondini – abbiamo sentito sin da da subito la necessità di fare qualcosa di utile e dare il nostro piccolo contributo a chi poteva avere bisogno di noi, perché qui a San Martino abbiamo sempre vissuto e lavorato, e per noi il quartiere è come fosse un’estensione della nostra famiglia e ci è sembrata davvero la cosa più naturale da fare”.

“Quando tutto è cominciato abbiamo letto che in alcuni reparti ospedalieri, data la penuria di mascherine chirurgiche, alcune infermiere si erano messe a confezionarne di fortuna utilizzando lenzuola e federe e, dato e che a L’altrodesign di stoffa ne abbiamo molta, da lì è partita la nostra iniziativa. Abbiamo studiato un “modello” di mascherina che fosse funzionale, lavabile e riutilizzabile , con una tasca che potesse contenere altri materiali filtranti, abbiamo iniziato a cucire e non ci siamo più fermate, ne abbiamo realizzate e donate più di 2mila e continuiamo a cucire”.

“Naturalmente – precisa Isabella – non sono dispositivi medici e non hanno nessun tipo di certificazione, ma abbiamo pensato che fossero sempre meglio di niente. Per realizzarle abbiamo dato fondo a tutto ciò che era in magazzino, prima i cotoni avanzati dalle collezioni precedenti, poi quelli acquistati per la nuova collezione primaverile, poi i lini dell’estivo e poi abbiamo finito tutto. Ma non avevamo nessuna intenzione di fermarci e siamo riuscite con non poche difficoltà (la spedizione più travagliata e più costosa della storia delle spedizioni) ad ordinare ancora del tessuto da un nostro fornitore, che è andato apposta in azienda per farci questa preziosa spedizione, e ad acquistare ancora dell’elastico e quindi continuiamo a cucire”.

“Chiunque abbia bisogno – conclude Isabella – può venire da noi a prendere le sue mascherine, e se è fuori zona ci contatti che una soluzione la troviamo”.

 

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