Edilizia Marche: -23% nel 2020

Un crollo degli investimenti del 23 per cento. E’ questo il conto salato che nel 2020, il covid-19 presenterà all’edilizia marchigiana. Una catastrofe senza precedenti. Basti pensare che nel 2009, “hannus orribilis” della crisi finanziaria, il calo degli investimenti era stato del 9 per cento.

Al livello settoriale, l’impatto sull’attività edilizia coinvolgerà in egual misura sia il comparto residenziale sia quello non residenziale (pubblico e privato). Gli investimenti in nuove abitazioni crolleranno di oltre un quinto rispetto al 2019 (-22,6%), mentre più pesante potrebbe essere il blocco dell’attività di ristrutturazione, quantificabile in un -23,5% della spesa. Nelle Marche le imprese edili sono 19.782, con 37.674 addetti.

La chiusura dei cantieri, nelle Marche, ha riguardato il 70 per cento delle imprese, con il 61 per cento degli addetti del settore, che è rimasto a casa. Azzerati fatturati e cassa integrazione per i dipendenti.

“Una situazione” commenta il presidente di Cna Costruzioni Marche Marco Rossi “che le imprese edili non sono in grado di sopportare ancora a lungo. Riteniamo che alcuni cantieri debbono poter ripartire. Si deve ripartire da strade, scuole, ospedali, piccole infrastrutture pubbliche. Anche alcuni lavori di ristrutturazione di edifici privati potrebbero ripartire, dove vi è la presenza di un solo lavoratore alla volta, in luoghi con assenza di persone estranee alla lavorazione, lavori all’aperto, lavori di rifinitura. La Cna è impegnata a elaborare e fornire alle imprese che avranno questa opportunità, anche se ciò dovesse non avvenire nell’immediato, delle Linee guida per applicare correttamente e rigorosamente la normativa, anche evidenziando i comportamenti pratici e necessari. Nello stesso tempo riteniamo che vada modificato l’art. 42 del DL 18 che, equiparando l’epidemia a un infortunio sul lavoro, rischia di penalizzare le imprese e impaurirle al punto da non riprendere l’attività per le conseguenze economiche e morali di un eventuale contagio dei lavoratori”.

Secondo Cna Costruzioni Marche, servirà anche un grande piano di rilancio dei cantieri edili.
“La domanda” sostiene Rossi “è completamente ferma. Finiti i lavori interrotti dalla pandemia, le imprese edili marchigiane, non ne hanno altri in programma. Servirà un grande piano di opere pubbliche nei Comuni della nostra regione, accompagnato da un forte sostegno alle opere di efficientamento energetico degli edifici privati”.

C’è poi il capitolo della ricostruzione post sisma, che deve ripartire al più presto e avere una corsia preferenziale, nella ripresa delle attività.

“Ringraziamo il Commissario di governo alla ricostruzione, Giovanni Legnini ” precisa Rossi “per aver disposto, con l’ultima ordinanza emanata , la possibilità di richiedere subito il pagamento dei Sal (stato avanzamento lavori) “parziali”, in deroga alle norme che consentono il loro sblocco solo al raggiungimento di determinate percentuali di completamento. Questo dà ossigeno alle imprese impegnate in quei lavori. Importante anche l’assunzione di 200 nuovi addetti negli uffici della ricostruzione. Chiediamo a Legnini di definire quali cantieri pubblici e privati (degli oltre 1000 bloccati) possono ripartire cominciando da quelli che avevano quasi completato la ricostruzione, dai lavori con danni lievi, dalle opere pubbliche essenziali. Inoltre, il momento di fermo deve essere utile per pensare e poi varare norme che rendano i lavori immediatamente cantierabili, evitando i laccioli burocratici che rallentano la ricostruzione”.

Exit mobile version