“Chiediamo alla regione di attivare subito un tavolo con le parti sociali che coinvolga Gepafin”

Giuliano Granocchia è il presidente regionale della Confesercenti, una realtà che rappresenta le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dell’artigianato e dell’industria. Una realtà associativa che anche a livello umbro ha uno specifico ruolo operativo e propositivo, in particolare in questo momento.
Nell’ottica della situazione che sta vivendo l’intero Paese gli abbiamo sollecitato alcune riflessioni, sia sul terziario umbro che sulle azioni decise dall’attuale amministrazione regionale per supportare i vari comparti produttivi nonché sul futuro della ricostruzione in Valnerina.

“La crisi derivante da emergenza COVID- 19 colpisce un tessuto economico regionale già debole. La crisi rischia di trovare elementi amplificatori in Umbria. Come mostrano gli studi dell’AUR (Agenzia Umbria Ricerche), ci sono già ricadute negative sia sul breve che sul lungo periodo, soprattutto in alcuni comparti come quello della filiera del turismo e della moda. Il primo comparto è già fermo al 100% il secondo, il riferimento dunque al settore della moda, ha crolli della produzione superiore al 50%. L’interconnettività produttiva, condizione che permette alle aziende di essere in reciprocità tra loro sia a livello nazionale che internazionale, ora avrà inevitabili ricadute negative. L’ulteriore punto di riflessione, prosegue Giuliano Granocchia riguarda la durata della crisi. Se è pensabile la ripresa di alcune produzioni manifatturiere nel breve periodo, questo è difficilmente prevedibile per il comparto delle attività che ruotano intorno al turismo. E qui parliamo di centinaia di attività, con migliaia di occupati. Altro elemento storico di debolezza del nostro sistema regionale è la sottocapitalizazzione delle imprese che limita lo sviluppo delle stesse. Confesercenti sta raccogliendo segnali molto preoccupanti, rispetto all’azzeramento dei fatturati che attualmente si registrano per via delle chiusure, molte attività non possono far fronte ad una serie di costi fissi (affitto, acquisto merci, utenze…), che continueranno ad esserci con conseguenze che rischiano di incagliare molte attività. C’è quindi bisogno di immettere nel sistema significative dosi di liquidità destinate a famiglie ed imprese. A questa scelta di carattere finanziario bisogna anche pensare ad un nuovo modello, in riferimento alle politiche introdotte da Keynes durante la crisi del 1929, capace di contrastare i rischi di una disoccupazione non sostenibile dal nostro come da altri paesi europei.
I segnali che ci giungono alla Confesercenti sono dei veri e propri appelli accorati, da parte di molti dei nostri associati. Pensiamo ad esempio a chi ha affrontato investimenti negli ultimi anni ed oggi si ritrova con fatturati azzerati, non per proprie incapacità ma per un evento esterno imprevedibile.”

Riguardo poi alle iniziative messe in campo dalla Regione Umbria in questo momento, Giuliano Granocchia precisa che “la Confesercenti valuta positivamente tempi e modalità con i quali la Regione, nella figura dell’assessore Fioroni, ha attuato l’accordo per la cassa integrazione coinvolgendo le parti sociali. Raccolgo valutazioni positive sulla organizzazione messa in campo dalla Regione per l’emergenza sanitaria, e colgo l’occasione per ringraziare a nome di tutta la nostra associazione gli operatori sanitari.
Per affrontare la crisi servirà una strumentazione articolata, complessa e con dotazioni finanziarie rilevanti. Una parte di queste saranno certamente individuate nella ridefinizione di tutta la strumentazione di derivazione comunitaria (FSE, PSR, FESR). Servirà comunque una forte capacità di confronto con il governo nazionale al fine di ottenere risorse non presenti ad oggi nel bilancio regionale.
Nell’immediato per il piccolo commercio è indispensabile avere la possibilità di un accesso al credito che, stante la situazione rispetto al calcolo del rating rischia di tagliare fuori una fetta grande di attività. Per questo chiediamo alla regione di attivare subito un tavolo con le parti sociali che coinvolga Gepafin per semplificare le procedure di accesso a strumenti capaci di assicurare liquidità anche ai piccoli imprenditori. Si impone, conclude Giuliano Granocchia, come necessario un ripensamento delle politiche che hanno riguardato il settore a partire dalla riforma Bersani. Riforma che ha reso dinamico per un certo periodo il settore del commercio, attraverso la liberalizzazione delle licenze, ma che già da alcuni anni mostra evidenti limiti soprattutto nella capacità di governare le richieste provenienti dalla grande distribuzione.”

E poi, un argomento come anticipato nella nostra premessa, quello della ricostruzione in Valnerina che rischia di passare in secondo piano e rendere ancor più lunghi e difficoltosi i tempi della ricostruzione.
“Nella crisi la ricostruzione post-terremoto può rappresentare una occasione di sviluppo, puntualizza il presidente Confesercenti Umbria. Lo è stata in occasione del terremoto del 1997. Certo è che se guardiamo a quanto fatto fino ad oggi, non possiamo che essere ancora più preoccupati del futuro di quei territori martoriati. Ci sono stati errori iniziali da parte del governo nazionale che hanno condizionato il proseguo. Non ho mai capito perché a fronte di un modello che aveva funzionato, quello appunto della ricostruzione del ’97, si sia cambiato schema operativo. O meglio, forse la risposta si trova nell’incapacità diffusa nel nostro paese di non volersi dotare di modelli ripetibili e riproducibili. Quindi temo che nel vortice delle mille questioni che la crisi presenterà, il terremoto rischi un ulteriore rallentamento.”
L’ultimo argomento ha riguardato, come per il Presidente del Consiglio Regionale dell’Umbria, il problema di eventuali infiltrazioni malavitose, un problema, tra l’altro, segnalato anche dal Procuratore Generale della Repubblica in Umbria.

Questa sua richiesta, afferma subito Giuliano Granocchia, dimostra una attenta sensibilità sul tema. “Se le conseguenze della crisi saranno quelle precedentemente accennate, non vi è dubbio che la criminalità organizzata starà già cercando di cogliere le possibili opportunità per approfittare della situazione. La debolezza economica, l’impossibilità di far fronte agli impegni economici apre una prateria a chi ha a disposizione grandi risorse finanziarie. L’Umbria è da tempo, come più volte dimostrato dalle indagini della magistratura e dalle dichiarazioni del procuratore dott. Gratteri, una realtà in cui è diffusa la presenza della grande criminalità.
Va nella giusta direzione l’approvazione della Commissione speciale sulla criminalità organizzata voluta dal Presidente Squarta, in una delle prime riunioni del Consiglio regionale. Lo ritengo un atto importante e che mi auguro produca, rispetto al passato, un significativo cambio di passo. Nel passato non vi è stata nessuna azione propulsiva, determinata e coraggiosa, come invece sarebbe stato necessario. Per questo ci auguriamo, come associazione di settore, che ci sia un nuovo modo di intendere il ruolo della commissione. Le dico questo, conclude Giuliano Granocchia, in veste di Presidente di Confesercenti, associazione che ha sempre dato un forte contributo al contrasto dell’usura, operando sia livello regionale che nazionale. Per noi questo è un punto molto importante perché contrastarlo vuole dire eliminare quella corrotta prassi che porta la malavita organizzata ad acquistare attività come forma di riciclaggio del denaro, così detto sporco, derivante da attività illecite.”

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