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Ridurre le emissioni e risparmiare sui consumi è possibile anche in inverno. “Usiamo stufe a pellet”, dice l’esperto Sergio Giuri

di Redazione
22/11/2019
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Si possono ridurre consumi e inquinamento utilizzando le stufe a pellet? La risposta è sì, ma ovviamente bisogna saper scegliere.

A colloquio con Sergio Giuri, esperto in materia e responsabile commerciale di Gruppo San Marco,per capire meglio le ragioni di questa scelta efficace e eco-sostenibile.

 

Salve Sergio, ci spiega in che misura adottare una stufa a pellet per il riscaldamento può essere una scelta consapevole e sostenibile?

Ci sono diversi modi per rispondere a questa domanda. Bisogna tenere presente che le stufe a pellet prodotte negli ultimi anni possiedono una certificazione ambientale che arriva ad un massimo di 5 stelle. La classificazione in stelle suddivide le stufe in prodotti che inquinano meno, quindi, tanto più è alta la classificazione della stufa, tanto più si innalza il punteggio che ottiene nel calcolo dell’incentivo Conto Termico 2.0 che permette di ricevere incentivi.
Scegliere una stufa a pellet con certificazione di almeno 4 stelle significa scegliere una termostufa che è stata certificata da ente terzo e che rilascia quantità minime di residui di combustione nell’ambiente. Una stufa certificata 4 o 5 stelle è un prodotto relativamente “giovane”, con percentuali di efficienza ben oltre il 90%, progettata per abbattere anche i consumi di pellet.

 

Per tracciare delle linee generali per scegliere correttamente una stufa a pellet per la propria abitazione/ufficio, di quali parametri dovremmo tener conto?

I primi due fattori da considerare per un calcolo rapido sono metri quadri dell’ambiente ed altezza degli stessi ambienti. Se vogliamo fare un esame ancora più approfondito, dovremmo anche valutare attentamente il tipo di prodotto da proporre, se ventilato ad aria oppure idro perché ci sono i termosifoni; capire com’è l’abitazione in cui va installata la stufa, se isolata o se in città, quanti lati ha esposti al sole ed al vento, vagliare se lo spazio è sufficientemente coibentato, e capire come sono messi gli infissi, ad esempio…. più ci si addentra nella qualità della casa, più può essere precisa l’individuazione del prodotto adatto.

 

Il consumo del pellet sta aumentando notevolmente negli ultimi anni. Il motivo è da ricondurre al fatto che sia più economico?

Effettivamente il consumo del pellet è aumentato a dismisura negli ultimi anni, nonostante l’aumento dell’iva dal 10% al 22%. Se fino a qualche a tempo fa il risparmio era l’arma vincente del pellet, adesso è l’idea di sapere esattamente quanto si spenda per riscaldare la propria casa a vincere, perché si ha consapevolezza dei propri consumi.

 

Quali sono i vantaggi dell’impiego di stufe a pellet?

L’acquisto di una stufa a pellet comporta diversi vantaggi, tra cui il risparmio rispetto ai prodotti classici e la percezione effettiva della spesa, visibile con l’esaurimento dei sacchi i pellet. Ci sono le detrazioni fiscali con Conto Temico 2.0, che ammortizza alcune spese di acquisto e installazione, e non per ultima, la scelta ecologica, che un sapiente uso della stufa e del pellet di qualità garantisce.

 

Come riconoscere e perché è importante scegliere pellet di qualità?

L’uso di un buon pellet allunga la vita della stufa di molti molti anni ed un pellet certificato è sinonimo di pellet di qualità. Oggi la qualità del pellet si identifica nella sigla EN PLUS A1, che individua il miglior pellet oggi sul mercato, con bassissimi residui di cenere, uguale o sotto lo 0,7% ed una giusta resa termica, di norma intorno ai 5 kw. Nota dolente è che i malfattori spesso usano senza averne diretta autorizzazione tale logo sui loro sacchetti inducendo i consumatori in inganno. Per tale motivo penso possa tornare utile il sito ENPLUS, dove poter visionare i produttori di pellet certificato, e anche una sezione sui “furbetti”.

Tags: Sergio Giuristufe a pellet
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Corriere dell’Economia è il portale informativo che ospita articoli di interesse settoriale e territoriale per operatori economici, enti e istituzioni che desiderano comunicare ai loro pubblici i contenuti inerenti la propria attività e organizzazione.

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