Sanit, dall’esperienza nasce il tubo che facilita la vita a chi porta un tutore al braccio

salvatore cappello sanit

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E’ un problema che chi è costretto ad usare un tutore o un bracciale elastocompressivo conosce bene: la difficoltà di metterlo e di toglierlo con velocità e precisione.

A questo disagio ha cercato di dare una soluzione Salvatore Cappello,  tecnico ortopedico specializzato in elastocompressione,  titolare della Sanit, centro vendita di accessori sanitari ed ortopedici a Torino. Grazie alla sua trentennale esperienza e competenza nel settore, il dottor Cappello ha avuto un’idea semplice e geniale allo stesso tempo. Un tubo in pvc, cloruro di polivinile, con due diametri, uno più largo all’imboccatura, dove infilare il braccio e la mano al fine di tirarlo fuori in pochi istanti con il tutore posizionato nel migliore dei modi. Il tubo è stato brevettato da Cappello ed è nato proprio per venire incontro alle richieste di molti dei suoi pazienti colpiti da linfedema.

Il linfedema è una malattia cronica del sistema linfatico, quello che attraverso una moltitudine di vasi a parete sottile  svolge, prima di tutto, il  ruolo di drenare i tessuti da liquidi e sostanze di scarto in eccesso. Quando per cause congenite (linfedema primario) o come conseguenza di altre malattie o traumi (linfedema secondario) il sistema non funziona, alcune parti del corpo, in particolare braccia e gambe, aumentano di volume. Dopo la diagnosi e una terapia decongestiva combinata, spesso il medico specialista prescrive un tutore terapeutico elastocompressivo. Si tratta di una calza o di un bracciale che servono a contenere o stabilizzare l’edema linfatico.

L’efficienza è massima ma il problema è che vanno tolti prima di andare a dormire o anche più volte al giorno e non è semplicissimo posizionarli nella maniera corretta.

“Alla Sanit ci occupiamo di linfedema da 20 anni – spiega il dottor Cappello – e conosco bene quali sono le esigenze di chi indossa tutori terapeutici. Per questo motivo ho studiato questo sistema semplice ma efficace per chi deve portare i bracciali elastocompressivi”.

Il tubo ha un’altezza  di circa un metro o poco meno, a seconda dell’altezza della persona, ma ne è stato creato anche uno più piccolo e quindi più pratico anche quando si è fuori casa. Funziona così: il bracciale viene inserito all’interno del tubo con il bordo risvoltato all’apice della circonferenza del tubo stesso. A questo punto, si inserisce il braccio, e spingendo verso il basso lo si estrae con il bracciale perfettamente aderente in pochissimi istanti. E’ possibile realizzare il tubo con diversi diametri, a seconda della larghezza del braccio del paziente, essendo necessario talvolta anche in età pediatrica.

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