Quota 100, Molinari (Uil – Fpl Umbria): “Se enti pubblici non assumono, i servizi saltano”

Si rischia la paralisi o, peggio, il taglio di servizi fondamentali. Quota 100 è il grande spauracchio dei sindacati, come la Uil Fpl Umbria. Il segretario organizzativo, Maurizio Molinari, lancia l’allarme: “L’articolo 14 bis della legge Madia permette di assumere personale al posto di chi esce dal mondo del lavoro anticipatamente grazie al decreto Quota 100. Nessun ente pubblico sfrutta però questa opportunità”.

Due sono le motivazioni, secondo Molinari, che spingono gli enti pubblici a rinunciare alla possibilità: “Il voler risparmiare e l’ignoranza di legge. Con i soldi delle mancate nuove assunzioni, molti decidono di fare altro. Ma poi capita che anche nei Comuni più grandi non si riescano più a soddisfare i servizi. Faccio l’esempio di un centro più piccolo, dove il responsabile amministrativo è una categoria C perché non hanno riassunto”.

Critico il segretario Uil Fpl Umbria: “I Comuni vogliono fare i concorsi pubblici solo per se stessi. Deve essere l’Anci a mettersi in testa che il concorso deve essere fatto e deve essere unico almeno per ogni provincia. Purtroppo, da noi in Italia e in Umbria, resiste un forte campanilismo tra centri anche vicini. Alla fine, però, chi ci rimette è il cittadino che si reca all’anagrafe e non trova chi gli può fare la carta d’identità. Addirittura, siamo arrivati al punto che bisogna fissare un appuntamento per ottenerla”.

In Umbria la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente: “E nella sanità siamo messi ancora peggio. C’è grandissima difficoltà a reperire medici. Tagliano i nastri, ma poi i reparti non hanno dottori. E ci sono i problemi, gravi, dei turni di lavoro”. Perché un medico stanco non è un medico che poi lavora o opera bene. A ottobre ci saranno le elezioni regionali: potrebbe cambiare qualcosa? La risposta inizia con una grande risata: “Ci vorrebbe la sfera di cristallo per saperlo. È un terno al lotto, non è nelle mie facoltà fare previsioni di questo genere”.

Un altro intoppo alla risoluzione del problema assunzioni negli enti pubblici è lo stallo governativo, ma anche e soprattutto lo scandalo sanità che ha colpito l’Umbria, portando alla dimissioni della governatrice Catiuscia Marini: “Cgil, Cisl e Uil sono unite nell’obiettivo, c’è dialogo. Stavamo valutando il da farsi, poi si è arenato il tutto. Rischiamo di rimanere appesi. Quello che risalta è che nella sanità regionale ci sono interi reparti che vanno avanti solo grazie a pochi dipendenti, senza responsabili”.

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