Occupazione in Umbria: Aur, lenta e difficile risalita

L’occupazione in Umbria, nel 2008, aveva raggiunto il suo apice con 367 mila unità. In 11 anni la situazione si è modificata ampiamente, con una vera e propria emorragia dal posto di lavoro in seguito alla crisi economica. Nel biennio 2013-2014 abbiamo toccato il livello più basso, poi è iniziata una lentissima ripresa. Nel 2018, fa sapere l’Aur, si contavano ancora 12 mila unità in meno rispetto a dieci anni prima.

In particolare per le donne, dal 2012, la situazione è stata meno penalizzante. Ma ciò non ha modificato gli squilibri di genere. Nel 2018, infatti, la componente femminile rappresentava solo il 44 per cento degli occupati umbri, esattamente come dieci anni prima. In termini di tasso di occupazione, il 55 per cento delle donne tra i 15 e i 64 anni lavora per il mercato (contro il 71,5 per cento degli uomini). Su base italiana, il divario è più ampio: 49,5 per cento contro 67,6 per cento. Un altro dato interessante sottolineato dall’Agenzia Umbria Ricerche: dal 2004 al 2018, in Umbria, i lavoratori dipendenti sono scesi in percentuale dal 30 al 25 per cento. Crescono, invece, il tempo determinato e il part time.

Proprio il lavoro temporaneo sta in realtà tirando su i numeri dell’occupazione. I dipendenti a termine aumentano in Italia e nella nostra regione, così come il part time dei dipendenti. Quest’ultimo fenomeno è più importante tra le donne. Dal 2004 al 2017 gli occupati umbri a tempo parziale involontario sono passati dal 3,8 al 12,9 per cento; per le donne, dal 7,7 al 21,4 per cento. Pure a livello demografico, infine, cambia l’occupazione umbra. Nell’arco di 15 anni, gli occupati tra i 15 e i 34 anni passano da un terzo a poco più di un quinto, e vengono scavalcati dagli over 54 (che nel 2004 erano appena l’11 per cento del numero complessivo). Riassumendo: l’occupazione decresce tra i più giovani, cresce visibilmente nella fascia 55-64 anni, resta sostanzialmente stazionaria tra i 35 e i 54 anni.

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