Panettieri (Apau): “Maltempo ha causato già perdite di 500 – 600 mila euro per il miele”

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L’apicoltura umbra è in salute oppure no? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Panettieri, presidente dell’Apau, l’Associazione dei produttori apistici umbri, che conta 650 associati. Proprio dai numeri parte Panettieri, prima di spiegare come questa primavera che è sembrata autunno abbia messo in ginocchio tutto il settore.

“In Umbria ci sono 1.800 apicoltori residenti, 42 mila alveari secondo l’ultimo censimento del 2018. Il miele prodotto è di circa 20 chili mediamente per alveare, e parlo di quelli stanziali e nomadisti insieme. Il prezzo medio, al dettaglio e all’ingrosso, è di 5 euro”.

Non è la prima volta che il settore conosce una crisi: “Avevamo avuto una forte defaillance tra il 2006 e il 2008 a causa della morìa di api. Tanto che eravamo arrivati ad avere solo 28 mila alveari. Con il blocco legislativo dei neodicotinoidi, pesticidi, la morìa è diminuita, ma c’è ancora. Gli alveari hanno ripreso a crescere fino al numero di oggi”.

Nel 2019, il maltempo sta facendo strage. Si è sostituito ai pesticidi, in pratica. “L’evento va avanti da Pasqua, siamo a circa un mese e mezzo dunque. Le api per sopravvivere sono state costrette a rimangiarsi il miele prodotto, non hanno nettare di cui nutrirsi e con cui nutrire la progenie. La famiglia va dunque nutrita con le scorte. Sono tutti costi, questi, per gli allevatori. Non solo: le famiglie di api sono debilitate quindi, anche dovesse esserci una nuova fioritura, rischierebbero di non avere le forze per raccogliere il nettare”. Il raccolto è dunque penalizzato pesantemente. “Abbiamo scritto all’assessore all’Agricoltura: il danno è di 500 – 600 mila euro, per difetto, alla data del 20 maggio. Ma non escludo che si arrivi a un milione di euro per fine maggio”.

C’è il rischio che il prezzo del miele salga a causa della scarsità sul mercato? “Non stiamo parlando del petrolio. Il miele ha già prezzi piuttosto alti, oltre non si può andare. Aumenteranno le importazioni, questo sì, perché il miele dall’estero ha prezzi concorrenziali. Naturalmente, il controllo qualitativo sul nostro miele è più elevato”.

Vincenzo Panettieri conclude dunque amaramente la chiacchierata: “Il problema del maltempo colpisce tutta l’Italia, non solo l’Umbria. Ho notizie di perdite nella produzione di miele anche dalle altre regioni del Centro e del Nord”. Gli apicoltori attendono il bel tempo per non vedere aumentare ancora le perdite: “Le aziende apistiche hanno comunque già registrato le perdite di cui parlavo sopra”. Si tratta di limitare i danni, insomma.

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