Universal design: disabilità, firmato protocollo a Perugia

“La progettazione di prodotti e ambienti utilizzabili da tutti, nella maggior estensione possibile, senza necessità di adattamenti o ausili speciali”. Così Ronald L. Mace, l’architetto americano che coniò il termine nel 1985, definì il concetto di ‘universal design’. Una metodologia, quella del progettare per tutti, molto spesso ancora oggi inapplicata e perciò attualissima come dimostra anche il protocollo d’intesa siglato mercoledì 10 aprile nella sede del Collegio dei geometri di Perugia tra l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità e la Rete delle professioni tecniche dell’Umbria. L’accordo, sottoscritto dal presidente dell’Osservatorio Raffaele Goretti e dal coordinatore della Rete Roberto Baliani, punta infatti a sviluppare politiche comuni finalizzate alla progettazione in chiave di ‘universal design’.

“Costruire, ricostruire e ristrutturare con una logica di accessibilità piena – ha subito sottolineato Goretti – è un beneficio per tutti i cittadini, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno una disabilità”. “Comunemente – ha sviluppato ancora il concetto Baliani –, noi intendiamo le barriere architettoniche come un’esclusiva delle persone con disabilità, ma tutti noi in realtà abbiamo bisogno di un’accessibilità migliore, soprattutto nei luoghi pubblici: le donne in stato di gravidanza o gli anziani in primis, ma chiunque in un dato momento può avere una difficoltà motoria dovuta a un trauma. Per noi tecnici considerare questi aspetti deve diventare la normalità”. Tra gli esempi portati, anche il fatto che di norma in presenza di un’alternativa tra una scala o una rampa, quasi tutti preferiscono la seconda opzione.

“Vogliamo, inoltre, porre l’attenzione – ha quindi aggiunto il presidente del Collegio dei geometri di Perugia Enzo Tonzani, presente alla firma – su tutte quelle disabilità ad oggi non normate. Quando si progetta un edificio, infatti, raramente ci si preoccupa delle disabilità sensoriali, ma come può una persona non udente percepire il campanello di casa se non accompagnato magari da una luce? Ci sono, insomma, gravi carenze ed è forse giunto il momento di una legge che dia risposte a ogni tipo di disabilità e non solo a quello motorie”. L’intesa sottoscritta, in particolare, verte su pochi ma chiari punti come l’organizzazione di eventi formativi per sensibilizzare i professionisti su questo tema, e per metterli a conoscenza della relativa normativa e degli strumenti a disposizione; la promozione di politiche e strumenti progettuali inclusivi; il coinvolgimento dell’opinione pubblica attraverso convegni e iniziative comuni.

“Gli ordini professionali tecnici – ha poi commentato Goretti – ci offrono grandi opportunità per promuovere una visione di universal design poiché sono colori i quali determinano certe scelte. Anche nel post terremoto sarebbe necessario individuare strumenti e norme per ricostruire garantendo un’accessibilità che forse prima non c’era”. “L’Umbria – ha concluso Baliani – è un po’ penalizzata dal suo aspetto orografico, per cui ci sono molto salite e discese compensate nel passato dalla costruzione di scale. È, però, sempre più diffusa una sensibilità nuova che tiene conto di certe problematiche”.

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