Cappelletti (Donne Impresa Coldiretti Umbria): “Le aziende in rosa hanno qualcosa in più”

Da maggio dell’anno scorso Rosalba Cappelletti, imprenditrice agricola di Colfiorito, è la responsabile di Donne Impresa Coldiretti Umbria. Dal suo osservatorio privilegiato, può dunque raccontare come va l’occupazione femminile nel suo settore: “I membri donne sono 60, le aziende agricole con a capo una donna sono 4.300 in provincia di Perugia a 1.200 in provincia di Terni”. Un numero considerevole, il 30 per cento del totale: “Devo dire che la donna imprenditrice ha una marcia in più dell’uomo, soprattutto nel modo di vivere l’azienda, innovandola. Basti vedere gli agriasili e le fattorie sociali che sono nate negli ultimi anni. La donna ha maggiore inventiva”.

Da 20 anni, Rosalba Cappelletti fa parte dell’associazione, conosce tutti i meccanismi e i traguardi raggiunti nel tempo: “La missione è di approccio con le scuole per insegnare ai bambini e far conoscere loro la natura. Un obiettivo che abbiamo raggiunto tutti insieme è quello dell’etichettatura, con l’indicazione dell’origine sui prodotti. Noi poi collaboriamo con diverse associazioni per la giusta nutrizione. E affianchiamo Terranostra perché da soli non si va lontano, le sinergie invece di portano a raggiungere gli obiettivi”.

Particolarmente soddisfatta, la numero uno di Donne Impresa, per l’obiettivo raggiunto dell’etichettatura dopo una raccolta di firme contro il cibo anonimo: “Un successo per Coldiretti e anche per me, che produco legumi”. Parla spesso di innovazione, di capacità di sapersi rinnovare: “Chi produce solo grano, non ha più l’utile di 20-30 anni fa, quindi servono idee per fare profitto. I mercati di Campagna Amica, con il cibo a chilometro zero, hanno portato sicuramente benefici. Sono addirittura i sindaci stessi che ci invitano perché creiamo movimento, turismo, facciamo muovere pure l’economia”.

Il dato che riguarda le donne imprenditrici agricole va in controtendenza rispetto all’occupazione femminile, che vede ancora dislivelli con quella maschile, ma Rosalba Cappelletti è ottimista: “Ho letto recentemente dati incoraggiati, c’è un miglioramento. Le donne si stanno inserendo in settori e posizioni che erano prettamente maschili. Forse sono ancora mosche bianche, ma ce la stanno mettendo tutta. I dati del part time sono fortemente sbilanciati, purtroppo le donne oltre che imprenditrici e lavoratici devono essere anche mamme e mogli. E se non hanno i nonni o chi può prendersi cura dei figli, devono trovare l’escamotage del part time. Perché la casa è una vera e propria impresa femminile”.

Parla della sua azienda, la responsabile di Donne Impresa di Coldiretti Umbria: “Io sono nata qui, l’azienda è stata creata dai miei genitori, contadini. Mamma mi diceva di fare i concorsi per entrare in banca, ma a me sarebbe sembrato di fare un torto a loro e a quello che avevano costruito. L’azienda è nata 60-70 anni fa, nel tempo c’è sempre stata la volontà di cambiare e di dare ciò che chiedeva il mercato. Diciamo ancora una volta che le donne sono più brave degli uomini a cercare e trovare idee stravaganti, quelle che fanno la differenza”.

L’azienda di Colfiorito è il laboratorio da cui Rosalba esporta il fulcro della sua ‘mission’ alla guida di Donne Impresa: “Era nata come allevamento di maiali, nel 1985 abbiamo iniziato per scherzo a seminare lenticchie, farro e cicerchie. Ce lo chiedeva il mercato, che poi ha imposto la necessità di un impianto di pulitura; il nostro è stato il primo in Umbria. Poi, sempre il mercato, ci ha chiesto di avere un prodotto italiano puro. Quindi, è subentrata la meccanizzazione, abbiamo dovuto fare un altro passo in avanti. Per esempio, con la selezionatrice ottica: anche in questo caso, siamo stati tra i primi”. Altre novità ci saranno a breve, ma Rosalba Cappelletti non svela le carte. Preferisce dare di nuovo uno sguardo all’esterno: “E’ fondamentale che i giovani stiano tornando alla campagna, vanno incentivati, aiutati. Molti di loro riprendono il lavoro dei nonni su terreni che magari erano stati abbandonati”.

La chiosa è tutta per l’associazione: “Responsabili si diventa con l’aiuto e la forza di tutte le altre donne. Non sono stata nominata tanto per, ma perché mi hanno voluto fortemente. Dopo 20 anni, tra noi, è nata amicizia. La mia nomina era il passaggio che rappresentava tutte le altre. Mi hanno voluto e questo per me è motivo di grande soddisfazione perché il gruppo è tutto”.

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