Serena (Consorzio Asolo Montello): “Boom in pochi anni, ora consolidamento”

Armando Serena dal 2012 è il presidente del Consorzio vini Asolo Montello. Che ha sfornato
numeri da record: 12 milioni di bottiglie di Asolo Prosecco Superiore Docg nel 2018. Sono
cresciute anche le piccole produzioni, con 51 mila bottiglie di Montello Docg prodotte (nel 2014
erano appena 3 mila).

Un vero e proprio boom, che però va gestito. Serena: “Siamo cresciuti tanto in pochissimi anni, ora
bisogna consolidare e stare attenti. Siamo convinti che si possa proseguire nel migliore dei modi,
adottando uno schema di sviluppo più ordinato. Anche perché in questo modo si riesce a dare
maggior valore a quello che si fa”.

Le denominazioni sono nate nel 1974, il Consorzio ha visto la luce nel 1985, “Con i disciplinari
modificati nel 2009 abbiamo avuto la possibilità di difendere il territorio del Prosecco, un grande
prodotto del Nord Est, anziché il vitigno (il Glera). Così si tutela dai continui tentativi di
usurpazione anche l'originalità dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG. Siamo stati fortunati perché,
dal 2008 al 2010, al culmine della battaglia per il riordino del Prosecco, coincidenza volle che ci
fosse al ministero dell'Agricoltura Luca Zaia, l’attuale governatore del Veneto”.
Oggi sono tre le produzioni del Consorzio: Asolo Docg, Montello Docg (rosso) e Montello Doc
Colli Asolani. “Puntiamo molto anche su certi vini specifici, come il Manzoni Bianco e il Recantina
Rosso”.

Le esportazioni di Prosecco Asolo arrivano al 65% e più. “Tra l’altro, l’insieme delle tre
denominazioni del Prosecco produce in quantità molto superiori allo Champagne: 550 milioni di
bottiglie contro 300 milioni. Va detto che anche gli usi sono diversi: quelle dello champagne sono
bollicine da celebrazioni, mentre il Prosecco è più versatile. Sono due filosofie diverse,
l’accessibilità al Prosecco è favorita anche da un prezzo più equilibrato rispetto a quello dello
Champagne”. Aggiunge Serena: “Il nostro vino è più moderno, più attuale. Lo beviamo in più
occasioni, c'è un approccio nel bere completamente diverso dallo Champagne”.

La zona di Asolo non è solo vino, ma anche paesaggio e personaggi storici: “Qui c’è una forte bio-
diversità e infatti, oltre al Prosecco, ci sono altri vitigni che non trascuriamo. Così come ci sono
olive, patate, piselli, fagioli. Questa è la patria di Antonio Canova, ci sono le ville palladiane.
Cerchiamo dunque di non massificare troppo l’enoturismo. Ci siamo sviluppati più tardi, possiamo
continuare ad attuare la diversificazione. Che è un qualcosa che dà ulteriore valore al territorio”.

Sono 700 i viticoltori associati al Consorzio, 70 i vinificatori, 55 gli imbottigliatori, con una
precisazione: “Solo metà di questi sono associati, ma anche gli altri imbottigliano il nostro vino,
l’Asolo in particolare”. Il fatturato arriva a 60 milioni di euro per il Prosecco più un altro paio di
milioni per gli altri vini.

Serena è stato eletto una prima volta nel 2012, ora è al terzo mandato. Dice infine: “C’è grande
collaborazione tra i tre consorzi: il nostro, quello di Conegliano – Valdobbiadene e il Prosecco Doc,
il più esteso, che racchiude cinque province venete e quattro friulane”. Il mercato di esportazione
principale sono gli Stati Uniti, ma ultimamente anche in Francia c’è molta attenzione per le
denominazione dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG. “Per la prima volta, dal 13 al 16 maggio
prossimi, saremo presenti con uno stand a Vin-Expo di Bordeaux”. Una presenza che conferma il
felice trend di cui parlavamo all’inizio.

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