Agricoltura umbra, il 2018 per Agabiti: “Luci e ombre. Molto bene il vino e Campagna Amica”

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Luci e ombre dal mondo dell’agricoltura umbra in questo 2018. Con uno sguardo positivo e di lavoro per il 2019. A tracciare il bilancio del settore è Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria. Che, giustamente, fa una premessa: “Difficile parlare di agricoltura in senso generale, bisogna dividerla nei vari comparti”. Che hanno avuto andamenti sostanzialmente diversi.

Si parte dalle cose positive: “Il vino è andato molto bene in questa annata, siamo riusciti ad avere anche una produzione del 60 – 70 per cento del totale di olio d’oliva nonostante le gelate di aprile”. Da cancellare, invece, il 2018, per quanto riguarda i cereali: “Non c’è stata qualità e non c’è stato prezzo. Dimentichiamoci in fretta questi dodici mesi da questo punto di vista”.

Continua invece a crescere il mercato diretto, dall’agricoltore al consumatore, attraverso Campagna Amica di Coldiretti: “E’ andata davvero molto bene e nel 2019 speriamo ci sia un vero e proprio trionfo di questo tipo di vendita. Sia perché permette all’agricoltore di evitare passaggi, sia perché permette al consumatore di avere il prodotto più genuino”. Agabiti affronta anche il discorso degli agriturismi sempre più multifunzionali: “Dobbiamo registrare una crescita dopo un paio d’anni in cui, anche per colpa del terremoto, le cose non erano andate particolarmente bene”.

Forse, però, la cosa più bella che il 2018 lascia all’agricoltura umbra arriva da Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura: “Finalmente ha sbloccato parecchi pagamenti per le aziende agricole”. Inutile dire che si tratta di una boccata d’ossigeno più che salutare

Quando si chiude un anno, oltre che guardarsi indietro, si guarda avanti: quali sono dunque i propositi di Coldiretti Umbria per il nuovo anno ormai alle porte? “Amplieremo le vendite dirette di Campagna Amica cercando di coprire anche altre zone della regione oltre alle solite. Aumenteremo i contratti di filiera, probabilmente partiremo con il discorso della nocciola. Poi, a livello nazionale, bisognerà continuare a battersi per l’obbligo dell’etichetta sui prodotti tipici. È vero che è un discorso italiano, non solo umbro, ma ognuno può fare la sua parte nel suo piccolo”.

Quello su cui poco può l’agricoltura sono i cambiamenti climatici che, però, purtroppo, influenzano eccome le colture e le produzioni: “E’ un problema ormai sotto gli occhi di tutti. Ormai penso non dipenda più da noi, in particolare non dipende dagli agricoltori. Dobbiamo sperare che ci venga in soccorso la divina provvidenza”. Magari con qualche gelata in meno, con stagioni un po’ più regolari. Ciò che chiede la terra per dare i suoi frutti migliori.

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