«Il mio obiettivo è diffondere in tutta Italia la cultura della birra artigianale e rendere «Birramondo» un network di beer pub-shop in franchising accomunati dallo slogan “Il giro del mondo in 80 birre” – spiega De Angelis -. L’idea è dare massima liberta d’azione nei nuovi locali a patto di offrire una selezione di almeno 6 birre a rotazione e invogliare il cliente a trovare un prodotto nuovo e uno stile diverso. Come sosteneva Lorenzo Dabove, degustatore e padre putativo del movimento della birra artigianale italiana, la birra infatti non esiste ma esistono le birre». È quindi il piacere della scoperta l’ingrediente vincente della ricetta di Birramondo che si traduce in 11 birre alla spina a rotazione, sia italiane che estere, e una scelta di oltre 100 tipologie in bottiglia, anche take away: dalle blonde alle pils, dalle amber ale alle weiss, fino alle birre acide della tradizione belga, c’è davvero l’imbarazzo della scelta tra alta e bassa fermentazione, tra birre morbide e amare, fruttate e speziate. E per chi soffre di intolleranze alimentari ci sono anche quelle senza glutine senza contare una grande varietà di sidri provenienti da tutto il mondo invecchiati in botte di rovere, con diverse gradazioni e sfumature di gusto.
«Seleziono personalmente le birre, contattando i birrifici e provando i loro prodotti, e i clienti sanno così di poter trovare delle vere e proprie chicche a cominciare dalla nostra “Buona la prima”, birra Saison con spezie esotiche e tre tipi di pepe – prosegue De Angelis -. Abbiamo poi le Thomas Hardy’s Ale, birre inglesi invecchiate anche fino a 25 anni e prodotte in edizioni limitate, difficili da trovare, o le Italian Grape Ale, birre “made in Italy” caratterizzate dalla presenza di uva unita al mosto di birra. Cambiamo di continuo anche la nostra offerta alla spina, mantenendo sempre almeno una via chiara, una via ambrata o scura, una Weiss e una via speciale».
Oltre al consumo in birreria sia di birra alla spina che in bottiglia, Birramondo è divenuto anche un beer shop per l’asporto. «Sulla base dei gusti e del menù cerco sempre di orientare il cliente sulla birra più adatta da abbinare – conferma De Angelis -. Ad esempio per la carne rossa è meglio una amber ale corposa e amara, mentre per un dolce l’abbinamento ideale è una double ad alta fermentazione ai frutti rossi con poco luppolo». Infine, le degustazioni in loco, anche in occasione di serate musicali, feste a tema e della «due giorni» di festa della birra artigianale organizzata nella piazzetta antistante: «Le birre vanno capite ed è importante saper assecondare il cliente e indirizzarlo verso la birra giusta – conclude De Angelis -. Per questo organizziamo serate di degustazione e abbinamenti a tema per spiegare e insegnare a come bere la birra per scoprirne le sensazioni, i profumi e soprattutto il gusto autentico di ogni produzione artigianale».
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