Rapporto della Cna sulla tassazione delle Pmi indica, per i capoluoghi di provincia, la data in cui il reddito – esauriti il versamento di imposte e contributi – può essere usato per i propri bisogni. Scopriamo cosa succede in Sicilia. “Comune che vai fisco che trovi”. La Cna presenta a Roma il “Rapporto 2018”, realizzato dall’Osservatorio permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese e ti accorgi subito che il sistema fiscale vigente per molti versi può essere paragonato ad un Dracula che succhia il sangue alle imprese, le anemizza e rischia di desertificare un campo che, al contrario, resta potenzialmente quello su cui puntare per rilanciare la nostra economia.
Il Rapporto della Cna esamina la dinamica e le differenze del Total tax rate sulle imprese artigiane, micro, piccole e medie in 137 comuni italiani, inclusi tutti i capoluoghi di regione e di provincia. Cosa salta fuori quest’anno? La tassazione complessiva è ulteriormente aumentata, sia pure di poco, rispetto al 2017 e resta fra le più alte d’Europa, il che non fa certo bene allo stato di salute delle aziende. In Sicilia la città più virtuosa dal punto di fiscale, con un total tax rate del 59.9%, è Trapani conquistando nella classifica generale il 55° posto. E Trapani è leader anche nella graduatoria del Tax free day, quel fatidico giorno dell’anno nel quale l’imprenditore smette di lavorare per l’ingombrante socio fiscale e comincia a lavorare per sé e per la sua famiglia.
A Trapani il semaforo verde scatta il 6 agosto: necessitano 219 giorni di lavoro per pagare i tributi e i restanti 146 giorni per i consumi familiari. Segue Enna, 56° posto, con il 60% del carico fiscale. Il 6 agosto lo spartiacque: 219 giorni servono per onorare gli impegni col fisco, i rimanenti 146 giorni per il nucleo familiare. Sul terzo gradino del podio sale Ragusa, che con il 61,6% si colloca 81ª nella classifica nazionale. Il Tax free day si materializza qui il 12 agosto: 140 giorni per i consumi familiari, 225 per pagare i tributi. La quarta posizione la conquista Caltanissetta con il 62%. Per quanto riguarda il Tax free day il riferimento medio è il 13 agosto con 139 giorni per i consumi familiari e 226 per pagare i tributi. Palermo si piazza in quinta posizione con un total tax rate del 62,8%. Nella graduatoria nazionale occupa il 98 posto. Il capoluogo siciliano si libera della ghigliottina fiscale il 16 agosto con 136 giorni occorrenti per i consumi familiari e 229 per pagare i tributi. 109esima posizione generale per Agrigento, sesta nella classifica isolana.
La percentuale della pressione fiscale si attesta sul 64,2%. Tax free day il 21 agosto: 131 giorni per consumi familiari 234 giorni per pagare i tributi. C’è poi Messina, 122ª in graduatoria nazionale, settima in Sicilia con il 65,8%. Il 27 agosto si delinea il confine: 125 giorni per i consumi familiari, 240 per pagare i tributi. Siracusa, si deve accontentare del 123° posto in graduatoria: è penultima nell’Isola con il 65,8% del carico fiscale. Il tax free day cade il 27 agosto con 125 giorni per i consumi familiari e 240 per pagare i tributi. Fanalino di coda, è ancora Catania con il 69%. Free day 8 settembre con 113 giorni per i consumi familiari e 252 per pagare i tributi.