Adriano Gall: «Il mercato cambia in fretta, dobbiamo leggere i cambiamenti»

Adriano Gall
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La prima cosa che colpisce di Adriano Gall – oltre all’immensa conoscenza del tessuto imprenditoriale italiano – è l’abbigliamento: jeans sportivi e scarpe antinfortunistiche che sembrano stonare con giacca e camicia d’alta sartoria. In realtà è un perfetto connubio, lo specchio di chi è abituato a sdoppiarsi per analizzare i problemi e trovare soluzioni. Il ruolo del business coach è questo: calarsi nella realtà produttiva passando dai reparti operativi agli uffici commerciali. «Tutto è collegato, quando mi chiamano per risolvere un problema contingente, un incidente, devo analizzare l’intero ciclo produttivo per individuare la causa che spesso è molto a monte ed è pertanto invisibile dall’interno».

Adriano Gall ne ha fatto una ragione di vita: dopo una prima parte di carriera come manager di una multinazionale del settore energetico, si è diplomato al MICAP (Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni). Quindi ha pubblicato un libro (“Come trasformare un reclamo in un’opportunità”, Mind Editore) e oggi gira l’Italia per mettere la sua esperienza al servizio di un ampio ventaglio di aziende. «Il business coach è un valido aiuto per tutti: dai lavori tradizionali a quelli digitali, ognuno ha bisogno di un allenatore per migliorare alcuni processi ed avere una visione d’insieme con un piano d’azione da seguire in modo autonomo».

In tal senso il ruolo della strategia è essenziale: serve per mettere a fuoco gli obiettivi riducendo al minimo i possibili ostacoli, monitorare clienti e fornitori, capire chi è il pubblico a cui si rivolge un’impresa, leggere e gestire i cambiamenti. «Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un ribaltamento del mercato: se prima era possibile aspettare passivi il cliente, oggi non basta più: va attirato, tutto va calibrato sul giusto target, quindi va educato per l’acquisto, grazie anche alla marketing automation parte di queste attività possono essere delegate al sistema». L’attenzione passa quindi dal prodotto alla comunicazione della sua importanza. In tal senso, Adriano Gall non vuol sentire parlare di crisi: «Certo è innegabile che ci sia stata una congiuntura sfavorevole, ma spesso la crisi diventa un alibi per l’immobilismo, in realtà è un’opportunità per cambiare il nostro modo di interfacciarsi sul mercato e abbattere le paure».

In altre parole, spostare in avanti l’asticella del limite attraverso un’operazione di razionalizzazione e misurazione dei processi. Detto da uno che lo ha fatto sulla propria pelle (Adriano Gall ha portato a termine la dura disciplina dell’Ironman) c’è da fidarsi: «Si lavora sui limiti, che siano fisici o appunto aziendali, attraverso una ferrea pianificazione con l’obiettivo di migliorare l’intero ciclo produttivo».

Nella pianificazione, dopo aver mappato i processi, un valido aiuto viene anche dal marketing automation. Come suggerisce la parola, permette di automatizzare alcune attività ripetitive di marketing. «Sì, è un’opportunità importante – ammette Gall, che è uno dei massimi esperti italiani dell’argomento, – si tratta di uno strumento, un front end per l’azienda, che permette di ottimizzare gli sforzi. Deve essere attivato dopo aver calibrato su misura la giusta strategia e permette di intercettare i clienti con un’altissima possibilità di successo».

In conclusione, il ruolo che riveste Adriano Gall lo possiamo illustrare attraverso una metafora calcistica. Egli assume le vesti di un vero e proprio allenatore (Business Coach) che viene chiamato da una società calcistica (l’azienda) il cui presidente chiede un risultato, ovvero l’obiettivo da conseguire nel campionato in cui la squadra partecipa. Per raggiungerlo, al personale aziendale serve un gioco (il sistema/strategia) che consenta di essere padrone del campo di gioco  (il mercato) dominando l’avversario (la concorrenza o le interferenze interne ed esterne).

 

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