Economia Umbria: Bravi (Ires/Cgil), fragile nonostante segnali di ripresa

L’economia della provincia di Perugia e dell’Umbria è caratterizzata da una situazione di fragilità, confermata recentemente dall’indagine Movimprese della Camera di Commercio di Perugia relativa al primo trimestre 2018. Questo quanto affermato da Mario Bravi (presidente Ires/Cgil Umbria), richiamando i dati dell’indagine. Nel periodo gennaio-marzo, contrariamente a quanto avvenuto nel resto del Paese, il numero delle imprese si è ridotto dello 0,58%. “Se a questo – sottolinea Bravi – aggiungiamo il fatto (dati Inps) che a febbraio tornano a ridursi i contratti a tempo indeterminato, il quadro appare fragile sia sul versante delle imprese che del lavoro”.

Lo scorso anno in Umbria vi è stata una leggera ripresa dell’occupazione (+600 unità, pari allo 0,2%), che è stata però determinata dall’aumento del lavoro a termine (+20,4%). I settori che hanno fatto registrare un aumento dell’occupazione sono stati agricoltura (+12,6%) e servizi (+1,1%), mentre è continuato il calo nell’industria (-2,7%) e nelle costruzioni (-7,5%).

Le difficoltà strutturali dell’Umbria, evidenzia Bravi, sono evidenziate anche dal rapporto ‘Noi Italia 2017’ dell’Istat: il part time (in gran parte indotto) è passato dal 12,7% del 2004 al 20,2% del 2017; il tasso di disoccupazione dal 5,8% al 10,5%; la disoccupazione giovanile dal 15,8% al 30,8%; i poveri assoluti sono aumentati di quasi 15mila unità in soli due anni (dai 30.400 del 2015 ai 45 mila del 2017).

“Questi dati – conclude Bravi – dimostrano la persistenza di una situazione di estrema difficoltà, che spesso si scarica sulle nuove generazioni. Riteniamo che occorra consapevolezza, per mettere in campo tutte le iniziative necessarie finalizzate a modificare profondamente uno stato di cose presenti del tutto inaccettabile”.

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