Freddo e danni all’olivo: convegno a Perugia

‘Danni da freddo, potatura dell’olivo”’ Questo il titolo del convegno promosso dall’Aprol Perugia, l’organizzazione dei produttori olivicoli espressione della Coldiretti, oggi a Perugia, presso la sede Coldiretti. Un’occasione importante per affrontare un tema di stretta attualità – spiega Coldiretti – visto l’andamento climatico degli ultimi mesi, con il freddo e le gelate di fine febbraio inizio marzo, che condizioneranno la prossima produzione di olio che, a livello regionale, potrebbe subire un calo anche del 30/40% rispetto al 2017.

“L’olivicoltura regionale, al pari di altri comparti, è sempre più condizionata dall’andamento del clima” spiega Giulio Scatolini,, presidente Aprol Perugia. “Le prime previsioni, dopo gli eventi dello scorso inverno, con le verifiche che ancora si susseguono – aggiunge – indicano una possibile importante riduzione a livello produttivo per la prossima raccolta. È chiaro che i danni dipendono innanzitutto dalla posizione ed esposizione degli oliveti, nonché dalla durata delle basse temperature, dal periodo dell’anno in cui freddo e gelo colpiscono e non da ultimo dalla varietà e dall’età delle piante”.

“Le stagioni anomale si susseguono – sottolinea Albano Agabiti, presidente regionale Coldiretti – quindi occorreranno sempre più accorgimenti da parte degli addetti ai lavori, fermo restando il ricorso alle assicurazioni agevolate, uno strumento fondamentale per tutelare il reddito d’impresa in caso di calamità naturali”.

In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, si trovano quasi 7,5 milioni di piante di olivo che coprono circa 30.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 65.000 quintali di olio l’anno. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva Umbria, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, che è la cultivar che simbolicamente e concretamente rappresenta l’olio umbro, di varietà comuni come Frantoio e Leccino e di cultivar autoctone, nell’areale del Trasimeno varietà Dolce Agogia, nell’areale di Giano dell’Umbria varietà San Felice e Nostrale di Rigali nell’areale di Gualdo Tadino. Altro snodo essenziale della qualità dell’olio umbro, è il numero dei frantoi: circa 250, che, con una presenza così capillare sul territorio, permettono la frangitura immediata delle olive, senza che queste si deteriorino per una presenza troppo lunga in magazzino prima della lavorazione.

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