Liberi dalle Mafie: a Perugia lo Spi Cgil Umbria punta la lente sui beni confiscati

“Abbiamo bisogno che si parli sempre più delle mafie perché è solo illuminando la realtà criminale del nostro paese che si può evitare l’isolamento di chi cerca di raccontare e portare alla luce le loro trame”. A dichiararlo Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta a causa delle pesanti minacce ricevute dalla mafia, che è intervenuto oggi in collegamento Skype all’iniziativa dello Spi Cgil dell’Umbria “Liberi dalle mafie”, che si è svolta a Perugia. Un momento di confronto e scambio sull’esperienza dei campi di volontariato sui beni confiscati, raccontata dalla viva voce delle volontarie e dei volontari Spi dell’Umbria e del Veneto, che da anni partecipano alle settimane di impegno in tutta Italia e anche in Umbria, a Pietralunga, insieme all’associazione Libera.

“Crediamo molto in questa attività – ha detto Maria Rita Paggio, segretaria generale dello Spi Cgil dell’Umbria – occasione di impegno concreto contro le mafie, ma anche di incontro e scambio tra generazioni”. In Veneto, come ha ricordato il segretario regionale dello Spi Cgil Danilo Toccane, sono ormai centinaia i beni confiscati alle mafie e per il sindacato diventa fondamentale conoscere la situazione per poter contrattare con i Comuni e le istituzioni progetti e percorsi di riutilizzo. Una situazione questa, che come è stato sottolineato, varrà in futuro anche per l’Umbria, dove il fenomeno è in continua crescita.

Quello di conoscere e informarsi il più possibile è anche il consiglio arrivato da altri due giornalisti che hanno partecipato all’iniziativa, Bruno Palermo e Stefano Corradino: il primo cronista di Crotone ha parlato degli intrecci tra Calabria e Umbria nelle trame della ndrangheta emersi anche nella recente operazione Stige; il secondo, direttore di Articolo21, ha sottolineato la necessità di una “scorta mediatica e civile” per le giornaliste e i giornalisti minacciati dalle mafie.

“L’impegno sui beni confiscati dello Spi e della Cgil è una parte importante, ma non esaustiva di quello che il sindacato può e vuole fare nel contrasto alle mafie – ha concluso Lucia Rossi, segretaria dello Spi Cgil nazionale – Il nostro intento è quello di portare sempre più all’interno della contrattazione sociale i temi della legalità, dai patti antievasione, alla lotta alla corruzione e, naturalmente il riutilizzo dei beni confiscati, sui quali, dopo l’importante riforma del codice antimafia, serve uno sforzo ulteriore per concretizzare i contenuti della norma e trasformarli in cambiamento reale”.

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