Studio legale Cacopardo: Quando l’avvocato tributarista diventa protagonista di un progetto pilota a salvaguardia dei debitori.

Avvocato Sergio Cacopardo
Avvocato Sergio Cacopardo
Sull’elegante via Etnea, al centro della Catania storica, a due passi da villa Bellini, sorge lo studio dell’avvocato Sergio Cacopardo, tra i massimi esperti in Sicilia in diritto tributario.

L’avvocato Cacopardo, si laurea  appena ventiduenne , in Giurisprudenza presso l’Ateneo di Catania. A 24 anni si abilita alla professione forense ed in quell’occasione viene insignito della toga d’oro, prestigioso riconoscimento per i giovani avvocati. Subito dopo si trasferisce a Roma dove frequenterà il master in Diritto Tributario e Contabilità d’Impresa presso la Luiss ”Guido Carli”. Fino al 1994, si fermerà nella capitale dove inizierà a svolgere la professione forense sotto la guida dell’avvocato Salvatore Pettinato. Successivamente ritorna a Catania, dove nel 2001 aprirà uno studio tutto suo. In breve tempo, la serietà sul lavoro, la sua cultura e la passione con cui porta avanti la sua professione,  lo accrediteranno come esperto nel campo del diritto tributario. Attualmente nello studio lavorano quattro avvocati e due praticanti. Degno di nota è che molti degli avvocati che fanno parte della Camera dei tributaristi del tribunale di Catania, si sono formati nel suo studio.

L’avvocato Sergio Cacopardo, è specializzato soprattutto in gestione della crisi di impresa con particolare riferimento ai debiti erariali ed in particolare nella transazione fiscale che adopera come supporto alle esigenze delle imprese. La prima transazione è stata fatta nel 2007 proprio ad opera dello studio. E’ stato proprio l’avvocato ad ideare un sistema collegato con la rottamazione dei ruoli. Lo studio si è occupato per molto tempo di diritto fallimentare, negli ultimi tempi quasi soltanto di diritto tributario.

“La finalità di una transazione fiscale collegata con la rottamazione  – afferma l’avvocato Sergio Cacopardo – è quella di ottenere un risparmio ex lege di sanzioni di interessi moratori e di spalmare in più anni, la restituzione del debito che si ha verso l’Agenzia delle Entrate, questo permette una maggiore liquidità da gestire per l’impresa che può pianificare il debito fiscale in tempi più lunghi. Dopo un primo periodo in cui si facevano molte transazioni fiscali, ci siamo dovuti fermare, perché la normativa non consentiva più questa pratica. Solo dallo scorso anno,  in seguito ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha consentito la falcidia anche dell’Iva, abbiamo ripreso a pieno ritmo, avendo anche verificato una grande disponibilità sia dell’Agenzia delle Entrate di Catania che della Direzione Regionale di Palermo”.

Nell’ultimo periodo si tende sempre più ad unificare l’istituto della transazione fiscale con la rottamazione delle cartelle esattoriali in cui si risparmiano le sanzioni  gli interessi moratori. Molte imprese ricorrono a questa possibilità, perché l’imprenditore tende a privilegiare il pagamento degli stipendi dei dipendenti a discapito, ad esempio  del pagamento dell’Iva.

L’uso della transazione fiscale è stato ispirato dall’articolo 182 ter della legge fallimentare, che ammette la transattività di un debito con l’Agenzia delle Entrate, nella misura in cui lo Stato non possa averne un danno e cioè fino a che non travalichi un trattamento fiscale peggiore rispetto agli altri creditori. L’Agenzia delle Entrate nel momento in cui concede di poter risolvere il debito moratorio in più anni, valuta la salvaguardia dei posti di lavoro di un’impresa e verifica se vi può essere un recupero di denaro, almeno pari alle somme che si sarebbero recuperate in caso di fallimento dell’impresa stessa.  Per definizione la transazione fiscale “è una procedura che accompagna l’accordo preventivo o per la ristrutturazione dei debiti e mira ad ottenere un’agevolazione nel pagamento degli oneri fiscali di un’impresa in crisi”.  Lo studio dell’avvocato Cacopardo si è distinto, per avere utilizzato, primi in assoluto, l’uso degli accordi con il fisco anche in ambito penale, e cioè quando già esiste un procedimento penale a carico di un contribuente. In questo caso, la Procura, può diventare il tramite con l’Agenzia delle Entrate competente per territorio. Il  contribuente potrà pagare direttamente alla Procura, con cui si troverà un accordo, e di conseguenza sarà la Procura a versare poi il dovuto all’Agenzia.

 

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