Dop e Igp: Rapporto Ismea, export +140% in 10 anni

L’Italia rafforza la sua leadership mondiale per prodotti Dop e Igp, con 818 indicazioni geografiche a livello europeo. Lo si evince dai dati del 15esimo Rapporto Ismea – Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp e Stg, report annuale che analizza i più importanti fenomeni socio-economici nel comparto della qualità alimentare certificata.

Siamo al record sui valori produttivi, con 14,8 miliardi di valore alla produzione e 8,4 miliardi di valore dell’export. Il che vuol dire una crescita del 6 per cento su base annua e un aumento dei consumi nella Gdo del 5,6 per cento per le vendite Food e peso fisso e dell’1,8 per cento per il Vino. Il settore Food, nel 2016, ha potuto contare su 83.695 operatori (+5 per cento sul 2015), per un valore di 6,6 miliardi di euro alla produzione e di 13,6 miliardi al consumo, con una crescita del 3 per cento sul 2015.

L’export ha continuato la sua corsa (+4,4 per cento) e un trend che, nella Grande Distribuzione, ha superato il +5,6 per cento per il secondo anno consecutivo. Il comparto Wine – più di tre miliardi di bottiglie – vale 8,2 miliardi di euro alla produzione (crescita +7,8 per cento) e sfiora i 5 miliardi di valore all’export (su un totale di 5,6 miliardi del settore).

Pure nell’ultimo decennio, il sistema Dop Igp è cresciuto continuamente. Oggi rappresenta l’11 per cento dell’industria alimentare il 22 per cento dell’export agroalimentare nazionale (nel 2015 era il 21 per cento). La rete, alla fine del 2017, contava 264 Consorzi di tutela, riconosciuti dal Mipaaf, e oltre 10 mila interventi annui effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.

Raffaele Borriello, direttore generale Ismea, spiega: “E’ un modello produttivo tipicamente italiano, che fa perno sulla qualità, sulla distintività e sulla valorizzazione dei prodotti tipici e dei saperi locali. L’apprezzamento sui mercati esteri, principale volano di sviluppo nel nostro sistema delle Indicazioni Geografiche, cresce e ritmo esponenziale. Negli ultimi 10 anni, l’export è cresciuto del 140 per cento, quasi il doppio se guardiamo al solo segmento del food”.

Aggiunge Borriello: “La domanda mondiale di eccellenze agroalimentari Made in Italy è prevista in crescita e sono sempre più numerose le categorie di consumatori che si riconoscono all’interno di un modello alimentare di qualità e non necessariamente massificato e di basso livello. Dobbiamo ulteriormente rafforzare le politiche di valorizzazione delle nostre eccellenze alimentari per potenziare la nostra capacità di penetrazione sui mercati esteri, e di difesa dei prodotti italiani contro concorrenza sleale, imitazioni e contraffazioni”.

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