Nestlé: Greco, “sempre più Europa e meno Italia”

Vertenza Froneri (licenziamento di 120 persone nello stabilimento di Parma), riorganizzazione della Nestlé Zona Europa, progetto Nbe e vertenza Galderma (mercato Francia) sono stati gli argomenti trattati nel corso del Cae Nestlé, che si è svolto il 27 e 28 novembre a Losanna (Svizzera). Comitato aziendale europeo a cui i sindacalisti hanno guardato con particolare attenzione, anche in chiave Perugina.

Con il progetto Nbe vi sarà una razionalizzazione dei servizi condivisi nella Zona Europa con l’individuazione di sedi centralizzate in alcuni paesi europei, con “conseguenze lampanti dal punto di vista occupazionale e gestionale – come sottolinea Michele Greco (segretario generale Flai Cgil Umbria) – le ‘ondate’ di cambiamento investiranno le varie sedi periferiche creando opportunità, ma al contempo serie e reali difficoltà per le lavoratrici e i lavoratori del settore. Per l’Italia ancora, come è stato ribadito al Coordinamento nazionale ultimo scorso, sono in atto le verifiche e quindi l’‘ondata’ ancora non è arrivata, ma di certo non è stata scongiurata”.

Per quanto riguarda invece la riorganizzazione della Nestlé Zona Emena (Europa, Medio Oriente, Nord Africa) questa prevede l’individuazione di un unico business manager per divisione (tra cui il Confectionery) a livello europeo con responsabilità su tutti i mercati interessati.

Per quanto riguarda la vertenza Perugina, il delegato Turcheria nel suo intervento ha sottolineato – come evidenzia Greco – “l’alta tensione tra i lavoratori, la complessità di una vicenda che non trova percorsi positivi nei tavoli di trattativa, perché qualcuno mira a svuotare ogni proposta sindacale finalizzata alla salvaguardia dei posti di lavoro. Come la richiesta di formazione, finalizzata alla valorizzazione delle competenze e alla riqualificazione del personale all’interno della fabbrica”. Il tutto in un “clima di paura e di insicurezza tra i lavoratori che lede la loro dignità”.

Nessuna novità sul riassetto europeo del confectionery, anticipato nella riunione di giugno. “Ci stanno lavorando – dichiara Greco – ma di certo le difficoltà del settore cioccolato, confermate anche nelle slides presentate sulla penultima trimestrale del 2017, ci fanno pensare ad un ritardo voluto, dato da un mercato difficile, altamente competitivo, che rimette in gioco il certo per l’incerto nel volgere di pochi mesi”.

“Abbiamo tempo fino a giugno – conclude il segretario generale Flai Cgil Umbria – sembra tanto, ma non lo è. È necessario ricomporre tutti pezzi, dall’Europa in giù. La nomina di manager capi divisione a livello europeo, tra cui quello del confectionery può essere letta in vari modi, di certo allontana dall’Italia il luogo delle decisioni, si entra sempre più nel Risiko europeo delle scelte e delle strategie commerciali e produttive. Solo attraverso un rafforzamento del sito e del valore dei nostri marchi, così come stabilito nell’accordo del 2016 forse avremo una chance in più per navigare nel mare magnum del mondo Nestlé”.

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