Andrea Caschetto: «I ricordi vivono grazie alle emozioni»

Un ambasciatore del sorriso, una sorta di Peter Pan contemporaneo che dedica la vita a chi è meno fortunato. Zaino in spalla, Andrea Caschetto va in giro per gli orfanotrofi del mondo perché, come ci spiega lui stesso, «le culture sono diverse ma i bambini sono tutti uguali».

Proprio lui, che in età adolescenziale ha scoperto di essere malato. Tumore al cervello. L’operazione va a buon fine, ma causa un danno alla memoria a breve termine. Eppure, ciò che sembrava la fine di tanti progetti, è in realtà l’inizio della rinascita: Caschetto decide di partire, direzione Africa. Al suo ritorno ricorda i volti dei bambini incontrati, le attività svolte e le emozioni provate.

Insomma, si rende conto di come i sentimenti giochino un ruolo chiave nell’immagazzinamento, ed inizia a memorizzare i dati con le emozioni e le immagini. In altre parole, comincia ad apprendere con il cuore. Con questo metodo riesce a laurearsi, a prendere un master ed a recuperare parte della memoria. Da quel momento la sua vita cambia. Arrivano viaggi e riconoscimenti, l’esordio nel nella narrativa viene bissato dal successo del secondo libro uscito in autunno, “Come se io fossi te” (Chiarelettere Editore).

Così, se Il 24 novembre il progetto ISUPP ha vissuto l’apice della sua seconda edizione (sono stati premiati i vincitori), la storia di Caschetto ne ha rappresentato forse la vetta emozionale. Il video che aveva realizzato per l’occasione ha commosso il pubblico: Caschetto era in Svizzera, ma sarebbe potuto essere ovunque, tanto è grande la sua voglia di fare e raccontare il bene. Ha mostrato la cicatrice con un certo orgoglio ed ha ringraziato Sauro Pellerucci, presidente di ISUPP, per il premio. «Probabilmente non me lo merito», ha aggiunto. Niente di strano: è il marchio di fabbrica delle Persone Perbene.

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