Confartigianato Terni: l’aria di crisi come opportunità

Il riconoscimento di ‘Area di crisi complessa’ per il territorio di Terni e Narni come opportunità per le imprese. Proprio su questo tema Confartigianato Terni ha invitato a riflettere con la realizzazione di una tavola rotonda nel corso dell’assemblea annuale.

Oltre al presidente di Confartigianato Terni Mauro Franceschini e il direttore Michele Medori, hanno partecipato al confronto per la Regione Umbria Fabio Paparelli (vicepresidente) e Luigi Rossetti (direttore attività produttive), il direttore di Sviluppumbria Mauro Agostini, il sociologo Luca Diotallevi (Università Roma Tre) ed Enrico Quintavalle (responsabile ufficio studi Confartigianato imprese). La conclusione dei lavori è stata tenuta dal presidente nazionale di Confartigianato imprese, Giorgio Merletti.

“L’Area di crisi complessa – sottolinea Confartigianato Terni – si è dimostrata un riconoscimento che è andato ben oltre la finalità di un supporto economico fine a se stesso. Lavorare concretamente per la riconversione e la riqualificazione del territorio permette di avvicinarci sempre di più agli obiettivi di rilancio, di promozione e attrazione di nuovi investimenti; sia che si parli di consolidamento di attività economiche esistenti, sia per quel che riguarda nuove realtà imprenditoriali”.

Inoltre secondo il suo presidente di Confartigianato Terni il riconoscimento di ‘Area di crisi complessa’ rappresenta un’opportunità per il territorio in quanto permette “di agevolare gli investimenti che puntano a rilanciare sia l’occupazione che l’indotto economico sul territorio”. In tale quadro le piccole imprese hanno una doppia possibilità: “agganciarsi agli investimenti delle grandi, andando a costituire il cosiddetto indotto, e fare investimenti in autonomia per porsi sul mercato”.

Per favorire tali processi, ha quindi sottolineato Franceschini, Confartigianato “sta interloquendo con la Regione Umbria per tarare sulle esigenze delle micro e piccole imprese gli strumenti messi in campo dall’ente pubblico”. Un’azione determinante perché tale tipo di imprese “sono la spina dorsale di questo territorio”, con il “98% delle imprese che ha meno di 20 addetti”.

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