Il PalaSì di Terni era la cornice ideale. Ma loro, gli undici premiati, sono stati il regalo più bello alla collettività: storie ed esempi che si intrecciano e moltiplicano il valore del bene.
Come Luciana Delle Donne, ex top manager nel settore bancario, che ha cambiato radicalmente la propria vita ed oggi cura un progetto di inclusione sociale nel carcere di Lecce: «Dedico il riconoscimento a tutte le detenute che ogni giorno lavorano per il marchio Made in Carcere».
L’impegno nel sociale è stato da sempre il valore aggiunto anche di Astutillo Malgioglio, portiere dell’Inter di Trapattoni, che già negli anni ‘80 aveva aperto una palestra a Piacenza per migliorare la condizione di bambini cerebrolesi: «Il successo nel calcio è stato soltanto il mezzo per raggiungere questo fine».
Anche altri campioni dei nostri tempi non si sono fermati alle apparenze: è il caso della Fondazione Cannavaro-Ferrara, da sempre a fianco dei minorenni in difficoltà. Ha ritirato il premio Vincenzo Ferrara, presidente della Fondazione: «Il futuro? Quello che ci preme è contrastare la dispersione scolastica».
Un altro fuoriclasse dello sport, o meglio della sua narrazione, insignito del premio è stato Bruno Pizzul. L’ex telecronista Rai ha raggiunto la platea con una telefonata: «Ho semplicemente cercato di rimanere una persona piuttosto che diventare personaggio».
Persona, già. Come quelle che tutelano ogni giorno i giornalisti Antonio Maria Mira, Roberto Mirabile e Giovanna Rossiello. Il primo è caporedattore del quotidiano Avvenire, dove racconta l’altra faccia del bel paese, quella della malavita e dei soprusi. Il secondo è il presidente de “La Caramella Buona”, organizzazione no profit con sede a Reggio Emilia che da circa vent’anni, nonostante le tante e gravi intimidazioni, opera in difesa delle vittime di pedofilia. Mentre la Rossiello è ideatrice e conduttrice della rubrica di Uno Mattina “Fa’ la cosa giusta”, impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ma non è necessario essere giornalisti affermati per dare l’esempio. Pensiamo a Sergio Crocco ed Andrea Caschetto. Due semplici cittadini, due storie davvero straordinarie. Crocco è presidente de “La Terra di Piero”, associazione intitolata a Piero Romeo, un uomo che ha dedicato la sua vita all’aiuto del prossimo, soprattutto nel continente africano. Caschetto, che ha ringraziato sentitamente Sauro Pellerucci in un videomessaggio, è un giovane di Ragusa a cui dieci anni fa viene diagnosticato un tumore al cervello, ma non si è arreso ed oggi è sempre in viaggio per aiutare i bambini meno fortunati.
Invece non ha bisogno di viaggiare per rendere tangibile la sua missione, Marco Bartoletti, titolare della BB Holding, azienda leader nella produzione di accessori per la moda, che offre una corsia preferenziale alle nuove assunzioni di malati, autistici, disabili, donne ultrasessantenni ed ex tossicodipendenti. «Siamo una famiglia», ha spiegato candidamente.
La giornata è stata chiusa da Sauro Pellerucci che ha consegnato idealmente il premio anche a Santiago Maldonado, attivista morto in Patagonia in difesa dei diritti dei nativi. Lo stesso presidente ha ricordato che «Domani (25 novembre, ndr) sarà la giornata dedicata a contrastare ogni tipo di violenza sulle donne – ha aggiunto – e noi diciamo stop ad ogni tipo di violenza sulle donne e sugli uomini perbene».
Un lungo applauso ha chiuso la giornata, ma non il viaggio delle persone perbene: è già tempo di dar vita a nuovi esempi.