Sicurezza sul lavoro: Cgil, Cisl e Uil Umbria, “ecco le buone prassi”

“Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, un percorso perseguibile attraverso un’azione comune di prevenzione efficace, partecipata e diffusa. Questo nella consapevolezza delle difficoltà da affrontare in un contesto, come quello dell’Umbria, dove una parte importante del sistema produttivo è composto da micro e piccole imprese”. A sostenerlo sono Cgil, Cisl e Uil Umbria dopo l’assemblea regionale sulla sicurezza sul lavoro di Rls e Rlst che si svolta oggi a Pantalla.

“La situazione è preoccupante” ha dichiarato Vasco Cajarelli (Cgil Umbria) nel ricordare i dati: 11 incidenti mortali nella provincia di Perugia e 3 in quella di Terni e 1.406 malattie professionali censite (in crescita) nel 2017, 11.253 denunce per infortuni nel 2016. “Ciò in un contesto dove, a causa della crisi ma anche delle condizioni materiali lavorative, della crescente precarietà e dell’aumento dell’età pensionabile, l’attenzione per i temi della salute e sicurezza appare diminuita”.

Cinque sono i focus di intervento individuati dalle organizzazioni sindacali, poi enucleati in un documento unitario: una strategia nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro (“L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea a non averne ancora una e l’unico che non l’ha mai avuta”); la messa in atto delle sinergie possibili tra tutti gli attori della prevenzione, istituzionali e delle parti sociali (Regioni, Inail, Servizi di prevenzione e vigilanza); la contrattazione e la rappresentanza con la garanzia di una “presenza certa di Rls e Rlst in tutti i luoghi di lavoro” e la costituzione del Fondo di sostegno alla rappresentanza e pariteticità; la centralità dei Patronati per quanto riguarda la prevenzione, per la quale sono necessarie “proposte concrete per rendere più facile la collaborazione fra categorie, patronato, Rls/Rlst. Proposte di ordine formativo, elaborazione di progetti sperimentali territoriali, progetti relativi a specifici territori o filiere o siti”.

Il segretario nazionale confederale Cisl, Angelo Colombini, ha evidenziato come “il ruolo degli Rls deve essere visto sempre di più come una risorsa in quanto attore nella prevenzione” e ha sostenuto che il rapporto degli Rsu e degli Rls deve andare oltre la contrattazione salariale e deve essere funzionale al rilancio degli investimenti su impianti e macchinari, in modo da ridurre il più possibile infortuni e tenere in considerazione le questioni ambientali. “Le produzioni – ha dichiarato – devono tenere conto della qualità del prodotto e del manufatto per prevenire le malattie professionali gravi, come quelle che hanno portato alla morte per amianto”.

All’assemblea, presieduta da Francesca Fiorucci (Uil Umbria), sono intervenuti anche Cinzia Frascheri (responsabile nazionale Cisl Salute e Sicurezza sul lavoro) e rappresentanti del coordinamento regionale salute e sicurezza, Medicina del Lavoro Asl1, Rls/Rlst di Cgil, Cisl e Uil.

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