In Umbria continua l’”emergenza lavoro”.

Il lavoro sembra rappresentare sempre più il vero problema della Regione Umbria. Ed a rappresentarlo, tirando le conclusioni al rapporto periodico dell’Inps, è stato Mario Bravi, dell’Ufficio Studi Ires Cgil Umbria. Insomma il sindacalista sottolinea come le assunzioni a tempo indeterminato non sono arrivate, nel gennaio scorso, nemmeno a mille unità, decretando una diminuzione di oltre il dodici per cento su base annua, risultato che, a detta di Mario Bravi, la dice lunga sulle politiche del Governo perché erano state più del doppio nel periodo degli incentivi. Diminuiscono anche le assunzioni stagionali, soltanto 173, mentre si assiste al boom di quelle a tempo determinato, ripristinando nei fatto una situazione preoccupante di precarietà. Aumentano anche le assunzioni per apprendistato. Un ultimo dato: le “stabilizzazioni”, cioè il passaggio da tempo determinato a indeterminato sono state 652. Se ci si limitasse, sottolinea Bravi solo ai numeri, si dovrebbe valutare che a fronte di 5012 cessazione di rapporti di lavoro vi sono state oltre seimila assunzioni, il che sembra un buon risultato: «Ma è evidente che il lavoro aggiuntivo è quasi esclusivamente lavoro precario o super precario, come quello dato dai 281.040 voucher venduti nei primi due mesi del 2017, dato che conferma sostanzialmente l’andamento dei primi 2 mesi del 2016».

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