Cisl Marche, occupazione in calo nelle province di Ancona e Macerata

I dati sull’andamento dell’occupazione elaborati  dalla CISL Marche confermano il persistere di una situazione lavorativa ed occupazionale estremamente difficile, anche più di quello che i dati stessi delle province di Ancona e Macerata ci dicono. Nella  provincia di Ancona con 196300 occupati si è quasi raggiunto il minimo degli ultimi 8 anni, ed è significativo il fatto che all’interno di questa situazione ad avere registrato il calo maggiore siano state le donne che hanno raggiunto il minimo nello stesso periodo.  Il calo degli occupati nella provincia capoluogo ha riguardato soprattutto la categoria dei dipendenti, mentre sono stabili indipendenti ed autonomi, un dato in controtendenza rispetto al resto della regione che conferma la maggiore difficoltà del sistema produttivo a reagire positivamente alla crisi. Particolarmente critica la situazione dei giovani, con il tasso di disoccupazione  nella fascia di età 15-29 anni che aumenta dello 0,6%:  in questo caso un aumento inferiore al dato regionale e nazionale, ma comunque significativo. Anche in questo caso, il prezzo maggiore lo pagano le giovani donne, che hanno registrato un aumento del tasso di disoccupazione di genere di 5 punti sia sul dato provinciale che regionale. Anche nella provincia di Macerata gli occupati scendono nel 2016, passando da 92.400 a 88.900, un calo di 3.500 unità, di cui 2.000 nel lavoro dipendente.  Continua invece a crescere, anche se di poco, il lavoro autonomo, mentre il tasso di disoccupazione torna a crescere assestandosi al 9.3%, un tasso inferiore alla media regionale che è pari al 10.6%, cifra ben lontana dal 4.3% del 2008. Per Macerata sono i dati peggiori dal 2013, l’anno nero della crisi. Dopo che il 2014 e il 2015 hanno segnato una tregua, consentendo un arresto della caduta verticale dell’occupazione, nel 2016 si torna a registrare un generale e sensibile peggioramento, che assesta la provincia in una condizione profondamente lontana e radicalmente diversa rispetto alla condizione pre-crisi.  A farne le spese sono soprattutto le giovani donne under 30.  Nella fascia 15-29 anni, infatti, il tasso di disoccupazione arriva al 26.9%, salendo di ben 4 punti percentuali nell’ultimo anno e assestandosi oltre la media regionale del 25.3%. Nell’ultimo anno, il tasso di disoccupazione per gli uomini è sceso dal 7.9% al 7%, mentre per le donne è balzato dal 10.5% al 12.1%. I dati ci restituiscono nel complesso l’immagine di una provincia, quella di Macerata, che ha smarrito il proprio percorso di sviluppo e che, in assenza di politiche in grado di sostenere l’inversione di tendenza, rivela di non riuscire ad agganciare gli spiragli di ripresa.  Secondo la Cisl Marche “servono investimenti forti per potenziare tutti i motori occupazionali, da quelli tradizionali a quelli innovativi.  Abbiamo bisogno di più coraggio nell’area “ricerca e sviluppo” anche per accrescere la capacità del nostro sistema produttivo di assorbire i giovani ad alta formazione. Le connessioni tra scuola, università, mondo del lavoro che si iniziano a sperimentare devono crescere e diventare strutturali per favorire la transizione dalla formazione al lavoro. Servono politiche attive che accompagnino i giovani in cerca di lavoro e che affianchino chi perde il lavoro in un percorso serio ed efficace di ricollocazione. Servono sicuramente strumenti a sostegno degli investimenti necessari a sostenere queste linee di intervento e in tal senso non possiamo permetterci di disperdere le risorse del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e del Fondo Sociale Europeo”.

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