Area di crisi complessa di Terni e Narni: serve uno sprint

Ormai servono idee che possano far riprendere la vita all’industria nel comprensorio ternano narnese: per questo stamattina una incontro operativo a Narni al quale hanno partecipato il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria ed assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, Corrado Diotallevi di Invitalia, i sindaci di Narni, Francesco De Rebotti, e di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e dei rappresentanti degli altri Comuni interessati, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria.
Insomma si vuole evitare che i finanziamenti previsti per l’area di crisi complessa insieme a quelli che arrivano dietro il progetto “Industria 4.0” vadano in fumo.
Paparelli ha evidenziato come il programma rappresenti “uno strumento organico, utile a riqualificare e innovare il sistema produttivo e manifatturiero dei territori di Terni e Narni, quale condizione fondamentale per riaprire una prospettiva espansiva all’apparato industriale dell’Umbria che deve far leva sempre più sul ciclo tecnologico e sui fattori di sviluppo dell’industria 4.0, dell’artigianato, sull’economia circolare e sulla sostenibilità ambientale ed energetica delle produzioni. Quindi – ha proseguito l’assessore – non ci saranno finanziamenti a pioggia, ma un vero e proprio piano di riqualificazione finalizzato ad accompagnare le piccole, medie e grandi imprese dell’area nei processi di innovazione e qualificazione dell’intero tessuto produttivo”.
Spetta ora al mondo imprenditoriale fare le mosse successive, quelle che prevedono ammodernamenti e cercare verticalizzazioni importanti. Si era tentato con buoni risultati una ventina di anni fa proprio una verticalizzazione delle produzioni dell’Ast ma ora anche quelle dell’Alcantara sarebbe far rimanere nel territorio.
Tra l’altro la Regione è proprietaria di grandi aree industriali a Narni, a Spoleto, a Terni, nelle quali poter inserire qualsiasi processo innovativo si volesse sviluppare.
“Per dare corpo agli interventi – ha affermato l’assessore – oltre alle risorse che verranno individuate a livello nazionale, la Regione Umbria mette sul piatto 35 milioni di euro derivanti dalle politiche attive del lavoro, per l’energia, le start up e ricerca, accanto ad altri strumenti finanziari”.
Diotallevi di Invitalia, nell’illustrare il lavoro da compiere, ha evidenziato che “il decreto del 2012 ha modificato l’approccio nazionale per la reindustrializzazione e riconversione industriale prevedendo, rispetto al passato, un intervento maggiormente organico da parte dello Stato. Il tentativo è di mettere a sistema strumenti che già esistono, ma che non hanno avuto una declinazione puntuale sul territorio o non hanno avuto una specifica riserva di risorse per il territorio.

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