Piano sociale regionale: Umbria, arrivano pure i Fondi europei

L’assemblea legislativa della Regione Umbria ha approvato il nuovo Piano sociale regionale, che integra il Piano sanitario. A favore hanno votato in 13, tre i voti contrari, quattro gli astenuti. Per la prima volta, ci sono elevati fondi europei da sfruttare, esattamente 55 dei 70 milioni di euro nel prossimo triennio.

Il documento è stato aggiornato in una regione che cambia, con la più alta percentuale di 75enni rispetto alla popolazione e con una crisi economica che ha portato a un impoverimento generale. Il Piano sociale stabilisce le modalità e gli strumenti per l’integrazione con le politiche del welfare e con i piani regionali di settore.

Tra gli emendamenti accolti all’unanimità, quello chiamato ‘Vita indipendente’, che garantisce alle persone con disabilità l’autonomia possibile e offre a famiglie e anziani ulteriori servizi: buoni servizio per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’accesso alla rete dei servizi socio – educativi e a ciclo diurno, con incremento della qualità degli stessi in termini di prestazioni erogate e integrazione della filiera, servizi integrativi al nido, economicamente sostenibili e con elevata flessibilità di orario, azioni d’integrazione del costo delle rette per la frequenza dei bambini ai servizi socio – educativi, servizi per la semplificazione della vita quotidiana delle famiglie, scuole estive, aiuto nei compiti di scuola, nei lavori domestici, vacanze per persone disabili. Per le persone anziane, in particolare, trasporto, accompagnamento, spesa a domicilio.

Si vuole poi promuovere la nascita di Centri territoriali per le famiglie con bambini e interventi di supporto a chi è genitore, mediante l’attivazione di reti sociali, ossia percorsi di collaborazione con diversi soggetti istituzionali e non. Luca Barberini, assessore Salute e Welfare, ha commentato: “Centralità della persona, maggiore equità nei servizi e protagonismo delle zone sociali e dei cittadini, non più solo destinatari degli interventi. Il Piano è analisi territoriale, conferisce enfasi alle zone sociali per cogliere al meglio i bisogni di ciascun territorio. Traccia linee di indirizzo, mette a disposizione strumenti e opportunità che devono essere tradotte nei singoli Piani di zona. Siamo vicini alle zone terremotate, abbiamo confermato la zona sociale della Valnerina, che ha pochi abitanti, per garantire una struttura in grado di leggere i bisogni della popolazione colpita dal sisma”.

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