Ex Novelli, la nuova proprietà cambia le carte in tavola e annuncia tagli per 5,7 milioni di euro

Rabbia e preoccupazione di lavoratori e sindacati della ex Novelli dopo che  Alimenti italiani srl, l’azienda che ha rilevato il gruppo umbro, ha cambiato le carte in tavola in occasione dell’ultimo incontro avvenuto a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico, annunciando tagli per oltre 5,7 milioni di euro. Tagli che andranno a pesare, come anticipato dalle rappresentanze sindacali, interamente sulle spalle dei lavoratori. Nel proposito della famiglia Greco, proprietaria di Alimenti italiani, vi sarebbe un pesante abbattimento dei costi del lavoro e una riorganizzazione di tutti i siti del gruppo. Prospettive che avranno una ricaduta su salari, diritti e tutele dei dipendenti oltre che su professionalità e competenze.

La storia, tristemente, si ripete: il piano di investimenti annunciato prima dell’acquisizione, le promessa di tenere insieme il gruppo e di una  continuità occupazionale  sono sbiaditi dietro l’annuncio dell’azienda acquisitrice di voler abbattere i costi del personale e la denuncia dei sindacati della mancanza di un piano industriale che mostri obbiettivi a lungo termine e strategie di ripresa. “Non possiamo mettere in discussione il contratto nazionale di categoria e la dignità dei lavoratori per una mera speculazione finanziaria finalizzata a “ricapitalizzare” l’ex gruppo Novelli”,  queste le parole dure di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil dell’Umbria che, insieme alle Rsu e Rsa, chiedono un incontro urgente con la Regione Umbria, la Presidenza e l’Assessorato competente per illustrare la difficile situazione della Novelli.

Incoerenza, è l’accusa lanciata dai sindacati alla famiglia Greco dopo l’annuncio dei tagli: “Tenere insieme il gruppo, garantire la continuità occupazionale: queste erano le dichiarazioni e gli impegni che hanno fatto pendere la decisione verso la famiglia Greco, rispetto alle altre offerte sul tavolo, altrimenti si sarebbero prese altre decisioni. Ora non si possono cambiare le carte in tavola”. FAI CISL, FLAI CGIL, UILA e UIL auspicano che si possa programmare una piano industriale che tenga fede alle promesse fatte prima dell’acquisizione e ribadiscono: “Riteniamo che un piano industriale serio e concreto debba essere messo nero su bianco e la sua sostenibilità non vada basata sui continui e ripetuti sacrifici dei lavoratori. Auspichiamo dunque percorsi pienamente concordati e condivisi tra tutti i diversi soggetti e mirati ad un serio mantenimento e sviluppo non solo delle produzioni, dei processi, dei prodotti, ma anche dei salari e dei diritti dei lavoratori”.

 

Exit mobile version