Istat: per donne e giovani aumenta la disoccupazione

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Cresce la disoccupazione. Anche se per gli inattivi l‘Istat pubblica dati positivi. La disoccupazione, su base annua, arriva al 4,9% (pari a +144 mila persone) mentre calano gli inattivi a -3,4% (pari a -478 mila persone)Diminuisce di fatto il lavoro per i giovani e per le donne, insieme con l’occupazione permanente che vede un aumento del lavoro a tempo determinato. I dati raccolti dall’Istat, nonostante la conferma di un tasso di occupazione che riesce a difendersi, hanno bisogno di essere letti con attenzione.

Mentre il dibattito sui voucher impazza e il tema lavoro è motivo di scontro sempre più feroce tra fazioni politiche opposte, l’Istat pubblica la sua analisi delle variazioni riguardanti occupazione e disoccupazione  rispetto alla componente demografica.  Il discorso sul lavoro in Italia apre scenari poco rasserenanti sebbene, a conclusione della raccolta dati, sul bollettino dell’Istituto nazionale di statistica si legga quanto segue: “Su base annua, a dicembre si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,1% su dicembre 2015, pari a +242 mila). La crescita tendenziale è attribuibile ai lavoratori dipendenti (+266 mila, di cui +111 mila i permanenti, +155 mila quelli a termine) e coinvolge sia le donne sia gli uomini, concentrandosi tra gli ultracinquantenni (+410 mila)”. Cui segue un ulteriore precisazione: “Nello stesso periodo aumentano i disoccupati (+4,9%, pari a +144 mila) e calano gli inattivi (-3,4%, pari a -478 mila)”.

Occupazione e disoccupazione. Possiamo tirare un sospiro di sollievo?

Per avere una visione più chiara dei dati rilevati dall’Istat bisogna scendere nel dettaglio e prendere visione di quanto è stato registrato tenendo conto di alcune discriminanti quali l’età, il genere e soprattutto l’andamento demografico del Paese che, non possiamo dimenticarlo, cerca di divincolarsi dallo spauracchio della piramide rovesciata per cui cala il numero della componente giovanile e sale quello degli anziani. Il tanto paventato “paese per vecchi” per intenderci.

Se, tra ottobre e dicembre 2016, il numero degli occupati era stabile, quello dei disoccupati è cresciuto del 2,6%,  pari a +78 mila unità. A dicembre la stabilità dell’occupazione si deve a un aumento dei lavoratori uomini a compenso di un calo dell’occupazione femminile.

Trend negativo per occupazione femminile e giovanile

Si registra, da un punto di vista della differenza per genere, un aumento della disoccupazione femminile, relativa in particolare alle donne dai 34 anni in su, che raggiunge il 13,2% (+3,2%). Andamento inverso invece per la disoccupazione maschileche scende all’11,1% (-2,2%). Un dato preoccupante, quello femminile, cui se ne aggiunge un altro relativo alla fascia di età: il tasso di disoccupazione giovanile, quella compresa tra i 15 e i 34 anni, torna al 40%, 0,2 punti in più registrati a dicembre rispetto al mese precedente. “L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni – scrive l’Istat – sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,9% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato)”.

Si cresce lentamente 

Il lavoro dipendente è in crescita rispetto a quello indipendente, con un dettaglio importante, da non sottovalutare: se il numero dei permanenti rimane stabile, quello dei dipendenti a termine aumenta dell’1,9%.

In generale dunque, rispetto a dicembre 2015 il tasso di disoccupazione è cresciuto in tutte le classi di età tranne quella degli ultracinquantenni, segnando un 4,9%. L’aumento degli occupati invece è stato dell’1,1%, piuttosto timido.

 

In pillole:

Occupazione maschile: 66,6% (+0,2 punti a dicembre rispetto a novembre 2016)

Occupazione femminile: 48,1% (-0,2 punti a dicembre rispetto a novembre 2016)

Disoccupazione 15-24enni: 40,1% (+0,2 punti a dicembre rispetto a novembre 2016)

Disoccupazione femminile: 13,2% (+3,2% nel mese di dicembre 2016)

Per approfondimenti  vedi Istat Occupati e disoccupati dicembre 2016

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