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Le sofferenze bancarie? Solo a carico delle grandi aziende Poche garanzie richieste ai colossi industriali italiani, con risultati disastrosi

di Marcello Guerrieri
19/01/2017
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Sorpresa: l’81% delle sofferenze bancarie è delle grandi imprese mentre quelle piccole e medie riescono, anche se con difficoltà, a ripianare i propri debiti con gli istituti bancari. Ci ha pensato l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre a spigare la situazione, sottolineando come tutto questo abbia poi determinato una grande riduzione dei prestiti all’economia “reale” dell’Italia, frenando iniziative e progetti. Ed alla fine il risultato è stato quello di abbassare il livello delle linee di credito.
Sono comunque quasi centottantasette miliardi le sofferenze del sistema bancario italiano, cifre che non sono spiegabili dal momento che il tasso di copertura, insomma le garanzie richieste prima della erogazione di un prestito, sono superiori a quelle europee. Ma forse significa che tali garanzie vengono chieste esclusivamente ai medi ed ai piccoli imprenditori, artigiani e commercianti e non ai big dell’industria.
Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, ha dichiarato che “nel rapporto tra banche e imprese, quelle di grandi dimensioni hanno sempre fatto la parte del leone, mentre le piccole e le micro, ancorché più affidabili rispetto alle altre, continuano ad avere un potere negoziale con gli istituti di credito pressoché nullo. Se da anni la migliore clientela – costituita quasi esclusivamente da grandi imprese, grandi famiglie e gruppi societari – riceve dalle banche italiane ben l’80 per cento dei finanziamenti erogati per cassa nonostante sia poco solvibile, visto che l’81 per cento dei crediti deteriorati presenti in Italia è in capo a quest’ultima tipologia di clientela, vuol dire che nel suo complesso il sistema presenta delle distorsioni molto preoccupanti che vanno assolutamente eliminate”
Pare essere questa una anomalia tutta italiana, che si è alimentata in questi ultimi decenni attraverso il massiccio ricorso al credito relazionale ovvero i soldi, nella stragrande maggioranza dei casi, venivano prestati agli amministratori, ai soci e ai conoscenti senza garanzie.
Alla Cgia di Mestre accolgono infine con grande soddisfazione l’idea di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta che faccia chiarezza su quanto accaduto in questi ultimi anni. “La fiducia nei confronti delle banche salvate con il contributo dei soldi pubblici si riconquista anche attraverso la pubblicazione dei nomi, degli importi non ancora restituiti e della quantità di aiuti che questi istituti si sono fatti carico sino a ora per le ristrutturazioni di queste aziende insolventi”.

Tags: Cgia MestreImprenditoriasofferenze
Marcello Guerrieri

Marcello Guerrieri

Esercita la professione di giornalista da oltre trent’anni: ha esordito con la cronaca locale per la redazione ternana de il Messaggero, per la quale ha anche curato, per un lungo periodo, pure gli aspetti sindacali ed economici delle aziende della provincia di Terni. Collabora tuttora col giornale romano. Ha seguito sin dall’inizio, l’evoluzione dei nuovi media, curando numerosi siti come quello di “Terninrete”

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