La sentenza è davvero storica: in Italia è stato ammesso il “licenziamento per profitto”, in base al quale un imprenditore può licenziare un proprio dipendente per migliorare la redditività della propria azienda. E’ stata la Corte di Cassazione a sentenziare, basandosi, così almeno sembra nel primo esame della disposizione, sull’articolo 41 della Costituzione, laddove viene tutelato il diritto dell’imprenditore a prendere tutte quelle decisioni necessarie alla sua attività purchè nel rispetto della legge. Sin qui la “giusta causa”, che ora comprenderà anche il licenziamento per profitto, era rivolta esclusivamente alla risoluzione di crisi aziendali, insomma per far fronte ad un minore lavoro. Ora un lavoratore che viene considerato “ostacolo” al miglioramento dell’attività può essere messo alla porta con gli ammortizzatori previsti dalla legge. La sentenza della Corte, in un certo modo, affossa anche la discussione rispetto al ripristino dell’articolo Diciotto dello Statuto dei Lavoratori, per il fatto che il ripristino di riassunzione automatica cozzerebbe fortemente con la disposizione della Corte. L’argomento comunque non mancherà di far discutere sindacati, giudici ed imprenditori.
Licenziamento per profitto. Ora in Italia si può.
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