La riforma dei contratti del settore artigiano

Un nuovo contratto per l’artigianato sembra essere in via di definizione. In un’intervista al “Corriere della Sera” è Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, a esprimere la sua soddisfazione per la stipula di un nuovo contratto che interesserà oltre 1,5 milioni di lavoratori e circa 700.00 aziende.

Il lavoro è stato frutto di un accordo tra le tre principali sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil e le associazioni delle imprese, tra cui Cna, Casartigiani e Confartigianato. La nuova contrattazione prevede un doppio livello, uno nazionale e l’altro su base territoriale, come orami è prassi per il rinnovo di molti contratti di categoria.

Tra le novità, accolte finalmente anche dai sindacati, spesso restii ad aperture su questo fronte, la flessibilità dell’orario di lavoro, che potrà essere decisa su base territoriale anche a seconda delle esigenze delle aziende stesse, in gran parte dei casi piccole e medie imprese. Non mancheranno tuttavia livelli di tutela su base nazionale estesi a tutti i dipendenti del settore.

Altre novità riguardano il numero di contratti, che scenderanno da nove a quattro, a seconda degli specifici settori, e parametri diversi per determinare gli aumenti salariali. Sullo sfondo rimane tuttavia una disputa tra le diverse rappresentanze delle imprese, al giorno d’oggi divise quanto i sindacati. Ma è una tendenza inevitabile, secondo Merletti, visto che c’è stato un cambiamento profondo nel mondo del lavoro, e i “confini sono saltati”.

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