Il mercato dei consumi vive già da diversi anni una complessità mai vista prima. Gli acquirenti, soprattutto i più giovani e informatizzati, fanno affari sfruttando le offerte online, presentate sia da grandi colossi come Amazon che da piccoli e medi esercizi commerciali.
Fino a qualche anno fa erano solo viaggi, prenotazione di alberghi, ora sono sempre più in aumento anche gli acquisti di abiti e calzature e il comparto alimentare. Nello specifico, guardando la classifica dei primi sei mesi del 2016, le vendite e-commerce degli alimentari e bevande aumentano del 34% rispetto al 2015, quelle di abbigliamento del 28%, l’informatica (madrina della rete) del 27%.
Le grandi catene del settore alimentare provano a riorganizzarsi cambiando strategie commerciali, offerte ai clienti, aprendo nuovi punti vendita, ma la sofferenza nasce da un cambiamento epocale delle abitudini di acquisto che sembra inarrestabile. Se la tendenza sembra una sempre maggiore competizione tra negozi fisici e negozi virtuali, i secondi sembrano essere favoriti dalla tecnologia, da una leggerezza nelle attività di intermediazione e spesso dalla leva di prezzi bassi e ultracompetitivi.
Ma nell’e-commerce naturalmente entrano anche le grandi catene, che non stanno a guardare alla porta, ma hanno l’occasione di riposizionare la loro offerta. Al momento le quote di mercato in Italia sono queste: Coop 15%, Conad 12%, Selex 10%, Esselunga 9%, Auchan 7%, Carrefour 6%. Sicuramente da qui a uno, due anni queste percentuali cambieranno, e sarà interessante capire la strategia vincente.