Cresce il valore aggiunto delle imprese italiane

Dopo la doccia fredda dell’Istat sulla crescita pari a zero nel secondo trimestre del 2016, arriva a stretto giro un’elaborazione presentata da InfoCamere e pubblicata sul sito del “Sole 24 Ore”. Secondo i dati analizzati, il 2015 è stato un anno positivo in generale per le imprese italiane che hanno visto crescere ricavi e utili d’esercizio. In particolare si sottolineano due dati su tutti: l’aumento del valore aggiunto (+10% rispetto al 2014), e del fatturato (+9,9%).

Il campione della ricerca è consistente, circa 400.000 bilanci di società tenute a presentare il bilancio in formato elettronico. Secondo gli analisti le imprese italiane sono tornate a produrre di più rispetto agli anni della crisi e molte di loro hanno trovato nuovi sbocchi commerciali all’estero.

Tra le realtà che si piazzano meglio nella classifica delle imprese con il più alto valore aggiunto figura naturalmente la Lombardia, vera locomotiva dell’economia italiana. Ma fanno bene, e questo è materia di discussione tra gli esperti, le regioni del Sud, tra cui spicca la Basilicata, con due settori trainanti: l’automotive e l’oil&gas. Anche nella Sardegna, nella provincia di Oristano, la crescita del fatturato e del valore aggiunto è stata consistente, anche se le ricadute sull’occupazione, secondo lo stesso presidente della Confindustria della provincia, non si sono viste.

Emerge dunque un quadro in parte contraddittorio, con il valore aggiunto che sale, anche in seguito a fattori di innovazione, e l’occupazione che cresce a un ritmo molto minore.

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