Il cibo 3D è servito

Per chi è affezionato alla cucina tradizionale e ai sapori nostrani potrà sembrare una cosa dell’altro mondo. Per i più aperti in fatto di cibo una sperimentazione che suscita indubbia curiosità. A Londra è stato infatti inaugurato Food Ink, un ristorante che serve cibi (e non solo) stampati in 3D.

Ma cosa vuol dire e come è possibile? Le stampanti 3D sono ormai passate da essere prodotti innovativi nelle fiere di settore a strumenti utilizzati da aziende grandi e piccole, principalmente nel campo edile, della medicina e naturalmente del design.

In sostanza una stampante 3D applicata in cucina svolge le stesse funzioni di uno chef, solo in tempi più rapidi. Sui risultati meglio attendere il giudizio dei commensali. Fatto sta che alla macchina vengono indicati gli ingredienti da caricare, i vari passaggi, tra cui la forma del piatto e la stampante inizia a realizzare la forma progettata (da un team di cuochi ed esperti di tecnologia 3D).

Nel ristorante aperto a Londra tra l’altro tutto si ispira al mondo 3D: tavoli, sedie, piatti, bicchieri, posate sono stati creati con la stessa tecnologia.

I prezzi del ristorante londinese come è facile immaginare non sono proprio popolari: un menu comunque consistente di nove portate è al prezzo di 300 euro, e le prenotazioni sono tante. I cosiddetti pop up restaurants sono un’idea di un’azienda che ha intenzione in caso di successo dell’esperimento londinese di espandere questa realtà all’avanguardia in altre città.

Per l’Italia si parla di Roma e Torino, e siamo già pronti a immaginare le polemiche tra chef ed addetti del settore.

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