La reputazione delle aziende in Italia

Un indicatore piuttosto attendibile della salute e del futuro di un’azienda è legato alla sua reputazione. Ogni anno un istituto creato appositamente, il Reputation Institute, stila una classifica tenendo conto di diversi fattori (tra cui il gradimento tra i consumatori), e misurando il livello di “reputation” delle grandi aziende globali.

A livello mondiale le prime tre sono Rolex, Walt Disney e Google, multinazionali di settori diversi, capaci di vendere prodotti e servizi di qualità e al contempo di investire molte risorse sulla pubblicità degli stessi.

E in Italia? La Ferrero si piazza al primo posto (il 18esimo in assoluto nel mondo); a seguire nella lista italiana figurano Armani, Pirelli, Barilla. Anche in questo caso l’equilibrio tra prodotti ben fatti e comunicazione esterna è un fattore di indubbio successo.

A detta dell’istituto che si occupa di questa ricerca ogni anno, un buon posizionamento in termini di reputazione può valere una crescita della redditività tra il 25% e il 35%. D’altronde, tanto le grandi aziende quanto le PMI sembrano sempre di più capire l’importanza del fattore chiave della comunicazione, legata al giorno d’oggi alle dinamiche dei social, da Facebook a Twitter, ai vari blog o forum tematici.

La Borsa sembra dare ragione a questa lettura del valore reputazionale delle aziende. I valori dei primi 20 grandi gruppi italiani con un valore di reputazione alto sono cresciuti di quasi il doppio negli ultimi sei anni. Uno stimolo in più per tutti per iniziare o continuare a investire in questa direzione.

Exit mobile version