Arrivano le tasse per la “sharing economy”

L’economia dal basso dovrà fare i conti con il prelievo fiscale. Un gruppo di parlamentari ha presentato mercoledì 2 marzo alla Camera una proposta di legge che mira a regolamentare un settore lasciato a briglia sciolte negli ultimi anni. La sostanza è questa: fino a 10.000 euro di introiti, gli utenti che utilizzano determinati servizi online dovranno pagare un 10% di imposta. Al di sopra di questa cifra scatterebbe la tassazione regolare.

I casi più noti al grande pubblico sono quelli di BlaBlaCar (offerta e prenotazione di un passaggio in auto) e Airbnb (offerta e prenotazione di alloggi a privati); la prima è una community/piattaforma web con oltre 20 milioni di utenti iscritti nel mondo e presente in 15 paesi; il secondo un portale, i cui numeri crescono di mese in mese, e presente in oltre 34.000 città e 190 paesi.

Finora realtà come queste erano rimaste esenti da un prelievo fiscale da parte dello Stato italiano, e prima ancora da obblighi particolari verso le autorità. Secondo la proposta di legge bipartisan la realtà dovrà cambiare.

Le piattaforme che rientrano nella definizione di “economia collaborativa” ovvero “un’economia generata dall’allocazione ottimizzata e condivisa delle risorse di spazio, tempo, beni e servizi tramite piattaforme digitali”, avranno l’obbligo di iscriversi al registro elettronico nazionale delle piattaforme digitali presso il Garante del mercato. Non solo. Le piattaforme dovranno anche presentare un documento sulla propria politica aziendale e assicurare che quel 10% di imposta venga prelevato alla fonte, dai siti stessi, come sostituto d’imposta.

La proposta di legge avrà comunque un iter non breve: proprio perché si discute di sharing economy, per tre mesi sarà aperta online una fase di consultazione pubblica.

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