La moda a marchio Amazon

La nuova frontiera per Amazon sarà la moda. Jeff Yurcisin, vice-presidente di Amazon Fashion, ha recentemente rilasciato dichiarazioni che farebbero pensare a un prossimo investimento in questo settore: creare un proprio marchio, uno stile, una serie di prodotti in serie.

Amazon, forte della sua ampia diffusione tra i clienti disponibili agli acquisti online, proverà dunque a lanciare la sfida alle case di moda, scettiche e restie a confondersi con il business del gigante americano? Se difatti, la presenza su Amazon è diventata in alcuni settori di vendita un must, le griffe più raffinate provano a resistere alla tentazione del mercato di massa contemporaneo.

Amazon Fashion comunque negli ultimi dieci anni ha portato avanti una politica di attrazione verso la propria piattaforma e di investimento all’esterno. Ha acquisito MyHabit nel 2012, sito che vende abbigliamento a prezzi contenuti, e poco prima il negozio di scarpe online Zappos. Marche come Armani, Tommy Hilfiger, Hugo Boss, Levi’s, Calvin Klein e altre sono presenti da tempo nel suo store online.

Tuttavia, il business della moda su Amazon è ancora lontano dal successo sperato. Libri e prodotti elettronici vanno per la maggiore, soprattuto in Europa, mentre negli Usa (un mercato diverso, anche se talvolta anticipatore di tendenze future) continua a crescere il fatturato legato al business della moda.

La strategia di creare un proprio marchio “Amazon” rischia però di rivelarsi un’arma a doppio taglio. Da semplice intermediario, focalizzato sulla logistica e la distribuzione, Amazon si lancia in un ambito “creativo” che non gli è proprio. I successi o i fallimenti di una linea di moda vengono giocati su altri fattori. Insomma, d’accordo che se si è grandi si può sognare in grande, ma occhio alle insidie di mercati difficili e sconosciuti.

Exit mobile version