Usa, l’aspirina contro il cancro

Dopo ripetuti esperimenti, gli Usa hanno fatto il primo passo. La Us Preventive Services Task Force, una sorta di gigante che detta le linee della “salute in America”, nel suo sito ha reso noto che l’assunzione di aspirina può prevenire alcune forme tumorali e ne consiglia dunque l’uso.
La prescrizione di aspirina in chiave preventiva per i disturbi del cuore è già comune in tutto il mondo, finora però nessuno Stato aveva mai deciso di inserire ufficialmente questa indicazione anche in chiave-anticancro come ha fatto l’America.

In particolare, un uso quotidiano (sembra strano ma è proprio così) di un’aspirinetta (un concentrato più basso rispetto a sua sorella maggiore) è consigliato alle persone tra i 50 e i 69 anni. Al di fuori di questa fascia d’età, curiosamente, gli effetti dell’aspirina sarebbero irrilevanti.
L’ultima ricerca a confermare le proprietà benefiche dell’aspirina, al di là dell’uso corrente che già conosciamo, è stata quella pubblicata sulla rivista specializzata “Annals of Oncology”. In Gran Bretagna l’indagine è arrivata alle seguenti conclusioni: 10 anni di uso continuato di aspirina riducono l’incidenza dei tumori del colon del 35%, e dell’esofago e stomaco del 30%. Dati incoraggianti, che non hanno però ancora smosso le cose in Europa.

Negli Stati Uniti (vista la rapidità con cui vengono introdotti nuovi farmaci) passerà davvero poco tempo prima di trovare l’aspirinetta al primo posto tra gli scaffali delle farmacie. In Europa e in Italia, dove le leggi sono più ferree in materia di nuovi farmaci, bisognerà probabilmente aspettare nuovi studi e sperimentazioni.
Il ministero della Salute in Italia non ha commentato la vicenda, nonostante molti medici italiani siano in sintonia con le conclusioni dello studio britannico e sostengano un utilizzo più diffuso dell’aspirina. Almeno un dibattito pubblico sulla questione non sarebbe una cattiva iniziativa.

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