Il vino italiano, simbolo di tradizione e qualità, è nel mirino delle istituzioni europee. L’ipotesi di etichette allarmistiche e nuove tasse sui consumi rappresenta una minaccia concreta per un settore chiave del Made in Italy, che vale quasi 14 miliardi di euro a livello nazionale. Coldiretti Umbria lancia l’allarme, denunciando un approccio ideologico che rischia di penalizzare ingiustamente un prodotto di eccellenza. “Il vino è parte integrante della Dieta Mediterranea, e criminalizzarlo con misure indiscriminate significa colpire un intero comparto che ha scelto da tempo la via della qualità e della responsabilità” – dichiara Albano Agabiti, presidente regionale di Coldiretti.
L’Unione Europea, nel tentativo di tutelare la salute pubblica, sta valutando politiche che potrebbero avere un impatto devastante, non solo a livello economico, ma anche culturale e sociale. Prevedere etichette allarmistiche e aumentare la tassazione significa mettere in difficoltà migliaia di viticoltori che, con 12mila ettari vitati e 21 denominazioni tra Dop e Igp, rappresentano l’eccellenza dell’Umbria agroalimentare. Un comparto che non solo traina l’economia locale, ma che è anche un pilastro del turismo enogastronomico.
Una battaglia per tutelare il vino e il consumo consapevole
L’iniziativa europea è percepita come un attacco ingiustificato, che non tiene conto delle reali modalità di consumo. Il vino non è un semplice alcolico, ma un simbolo di cultura e socialità, il frutto di un lavoro meticoloso che valorizza il territorio e la sostenibilità. “Con oltre diecimila anni di storia, il nostro vino è un prodotto che racconta la tradizione e l’identità italiana. È fondamentale contrastare la disinformazione e promuovere un messaggio corretto sul consumo responsabile” – sottolinea Roberto Berioli, produttore vitivinicolo umbro.
Coldiretti chiede con fermezza alla Commissione Europea di escludere dal futuro Piano di lotta contro il cancro qualsiasi proposta di etichettatura fuorviante e di nuove tassazioni. L’obiettivo deve essere quello di sostenere il settore, valorizzarne la qualità e difendere il legame tra vino, territorio e benessere.
L’Italia non può permettersi di subire misure che penalizzano il proprio patrimonio agroalimentare. Viticoltori, associazioni e consumatori sono pronti a mobilitarsi per difendere il vino italiano da un attacco ingiustificato.
La battaglia è appena iniziata: il futuro del nostro vino è in gioco.