Coin sta affrontando una fase di ristrutturazione aziendale che prevede la chiusura di sette negozi in tutta Italia tra il 2025 e il 2026, come parte di un piano per razionalizzare la rete commerciale e migliorare la sostenibilità economica. In Veneto, l’outlet di San Donà di Piave chiuderà entro il primo quadrimestre del 2025, mentre il punto vendita di Vicenza abbasserà le serrande all’inizio del 2026.
La strategia di riorganizzazione e le misure per i dipendenti
Secondo quanto comunicato dai sindacati Cisl e Uil, i dipendenti dei punti vendita chiusi saranno riassorbiti nelle sedi di Treviso, Padova e Mestre. Per San Donà, l’integrazione è prevista già nel 2025, mentre i 13 lavoratori di Vicenza potrebbero essere trasferiti nel 2026. A livello nazionale, il piano coinvolgerà 92 dipendenti su una forza lavoro totale di 1.331 unità.
L’azienda, nel corso di un incontro con i sindacati, ha dichiarato che i livelli di vendita pre-pandemia non sono stati ancora raggiunti, e la marginalità ridotta non consente di effettuare gli investimenti necessari al rilancio. Coin mira quindi a razionalizzare i costi e migliorare l’efficienza gestionale, puntando anche su una revisione dei rapporti con i fornitori e su una riduzione del numero di marchi in assortimento.
Focus sul 2025 come anno chiave
Il 2025 è stato individuato come l’anno dell’assestamento economico. La direzione di Coin ha fissato l’obiettivo di raggiungere un Ebitda positivo nel 2026, grazie anche a una nuova strategia commerciale che includerà il miglioramento della disposizione degli spazi nei punti vendita e un maggiore presidio della vendita assistita. L’azienda intende ampliare l’offerta commerciale per attirare una clientela più ampia.
Parallelamente, Coin ha richiesto una nuova proroga delle misure di tutela dai creditori nel quadro della procedura di composizione negoziata della crisi. Il Tribunale civile di Venezia si è riservato di decidere, mentre continuano le trattative con Europa Investimenti (Arrow Global), che potrebbe convertire parte dei crediti bancari acquisiti in quote aziendali.
Prossimi passi e attese dai tavoli sindacali
Un nuovo incontro tra l’azienda e le organizzazioni sindacali è previsto per il 27 gennaio 2025, con l’obiettivo di chiarire ulteriormente i dettagli del piano di riorganizzazione. Rimane inoltre aperto il tavolo di crisi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), dove si cerca una soluzione a lungo termine per garantire la continuità aziendale.