Psa, confronto tra cacciatori e commissario sugli abbattimenti dei cinghiali

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Confronto nella sede nazionale di Federcaccia, a Roma, tra i cacciatori e il commissario all’emergenza Peste suina africana (Psa) Vincenzo. L’occasione è stata il seminario sul tema “PSA e Piano straordinario di depopolamento: esperienze e strategie di intervento”, rivolto ai dirigenti della Federazione e a quanti per il loro ruolo si confrontano con le tematiche gestionali e faunistiche.

Intervenuto anche il generale Donato Monaco, presidente delegato del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale. Impossibilitato a presenziare, ha fatto pervenire i propri auguri di buon lavoro il sen. Patrizio La Pietra, sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e delle Foreste.

Un incontro nel quale è stato ribadito il ruolo fondamentale dei cacciatori nel contrastare la diffusione della pesta suina africana, attraverso il contenimento e in generale con gli abbattimenti dei cinghiali. Portando anche esperienze positive e criticità riscontrate nei territori.

I lavori sono stati aperti dal presidente nazionale Massimo Buconi, che ha evidenziato il ruolo di primo piano della caccia e dei cacciatori nella gestione dell’emergenza sanitaria legata alla PSA e il grande contributo che i cacciatori – e in particolar modo le squadre organizzate di caccia al cinghiale – possono garantire sia nelle opere di prevenzione, che in quelle di intervento, all’insorgere di nuovi focolai della malattia. “Ringrazio il commissario e il generale insieme a tutti gli intervenuti e a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa iniziativa – ha dichiarato Buconi –. Ancora una volta vogliamo dimostrare come, anche in casi di emergenza sanitaria come quelli legati all’insorgenza della peste suina, il contributo del mondo venatorio possa risultare decisivo. Molto spesso la nostra categoria pur operando in sordina, contribuisce a risolvere o ridurre problemi di carattere faunistico-ambientale e gestionale del territorio. Anche in questo delicato caso i cacciatori – se debitamente valorizzati – faranno la loro parte per contribuire ad uscire il prima possibile dall’emergenza”.

Al termine della sua presentazione sono intervenuti alcuni dirigenti FIdC e rappresentanti degli ATC, portando al commissario e ai presenti alcuni esempi di buona gestione del territorio, all’avanguardia dal punto di vista della collaborazione con le Istituzioni e della realizzazione di centri di sosta e lavorazione delle carni – come ad esempio l’ATC 3 Siena Nord, l’Atc 8 Siena Sud, il Parco Regionale dei Colli Euganei e la Squadra Cinghialisti Gruppo Folgore di Fossato di Vico (PG) – e sulle criticità legate alla gestione della malattia.
Giuseppe Giordano, vicepresidente nazionale e Presidente regionale della Calabria ha evidenziato le principali problematiche affrontate in regione. “Occorre però agire rapidamente per risolvere alcune questioni inerenti l’applicazione del Piano Straordinario in Calabria” ha dichiarato. “Consentire l’autoconsumo dei capi abbattuti in zona di restrizione ‘2’, procedere con le Istruttorie per liberare l’attuale zona di restrizione ‘3’ attraverso la revisione con la riclassificazione in parte in zona ‘2’ e in parte in zona ‘1’ a seconda dell’andamento epidemiologico, disporre un investimento pubblico per la realizzazione di celle e centri di raccolta delle carcasse fruibili alle squadre e a tutti i cacciatori per procedere all’urgente depopolamento, sono priorità imprescindibili per una soluzione efficace e rapida del problema”.

Marco Radi, vicepresidente provinciale FIdC di Siena e Atc 3 Siena Nord ha evidenziato i principali aspetti dell’esperienza senese: “Già in tempi non sospetti dal punto di vista dell’emergenza sanitaria abbiamo deciso di investire su una efficiente organizzazione territoriale di gestione delle carni. Questo percorso procede virtuosamente anche al di fuori delle Toscana, e il prossimo 4 Aprile tutti gli Atc umbri saranno ospiti della nostra struttura per visionare e in futuro adattare al proprio territorio l’impianto del nostro modello”.

“Sono ormai due anni che l’emergenza è iniziata in Liguria” ha dichiarato fra l’altro Andrea Campanile, presidente regionale FIdC Liguria. “Dobbiamo iniziare pensare alla gestione di nuovi scenari faunistici territoriali che si stanno palesando sui primi luoghi colpiti dalla PSA, cercando di invogliare ed incoraggiare i cacciatori di quelle zone”.

Claudio Alzapiedi, presidente dell’ATC Parma 6 e Sindaco del comune di Valmozza, ha evidenziato oltre alle implicite difficoltà di gestione di un territorio colpito dall’emergenza, anche gli aspetti relativi all’impatto che questa ha sui piccoli comuni montani, che vivono anche di tutte quelle attività come l’escursionismo, la raccolta di funghi e tartufi, ecc… precluse o comunque fortemente limitate dalle norme legate alla gestione dell’epidemia.

Al termine degli interventi, il commissario straordinario Caputo ha ringraziato per l’occasione di esporre gli ultimi aggiornamenti relativi all’emergenza a livello nazionale e in generale il presidente Buconi per i continui confronti. “I cacciatori, in veste di bioregolatori, sono una risorsa preziosa per il territorio e per tutta la società, anche nella gestione dell’emergenza sanitaria legata alla Psa. La caccia è una necessità, e tutti i cacciatori devono essere informati e formati sui comportamenti da seguire per prevenire il diffondersi e debellare la Psa” ha concluso, dichiarando l’utilità degli esempi positivi portati e delle problematiche esposte dagli intervenuti.

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