La lotta ai cinghiali si fa con una legislazione meno complessa e frammentata. È questo il parere della Confagricoltura Puglia.

I danni che causano gli ungulati sono davvero imponenti: in Italia ben diciassette milioni di euro se ne vanno per riparare i danni dei cinghiali alle attività agricole.
E Confagricoltura Puglia ritiene ormai indispensabile approcciarsi al problema anche con atteggiamenti non convenzionali. Per l’associazione è importante costruire una filiera alimentare controllata ottenuta nell’ambito dei programmi per la gestione della popolazione dei cinghiali e di un coordinamento con la sanità per la sensibile espansione della Peste Suina africana, che sta diventa sempre più ampia e pericolosa per le produzioni suinicole di qualità. “Bene quindi – ha evidenziato Luca Lazzàro presidente di Confagricoltura Puglia – lo snellimento degli oneri burocratici per la realizzazione di una rete di filiere corte per la valorizzazione commerciale delle carni di selvaggina ma alta la guardia deve rimanere sui controlli e le analisi delle carcasse”.
Comunque sull’emergenza cinghiali serve uscire dall’immobilismo e intervenire sulla legislazione in modo da tutelare la sicurezza pubblica e il lavoro degli agricoltori. È quanto evidenzia Confagricoltura Puglia a margine dell’audizione regionale congiunta tra II e IV commissione del Consiglio regionale, presieduta dai presidenti Vincenzo Di Gregorio e Francesco Paolicelli e convocata sull’emergenza cinghiali.
“Questa per gli agricoltori è una situazione insostenibile in termini di sicurezza ed economici per gli agricoltori”, ha detto Lazzàro, il quale ha sottolineato anche come la complessità e la frammentazione della legislazione in materia di fauna selvatica ostacolino l’attuazione di misure di controllo efficaci: “Le campagne pugliesi sono invase da questi animali selvatici che distruggono le coltivazioni, danneggiano le infrastrutture e mettono a rischio la vita dei cittadini e in particolar modo degli automobilisti. Una legislazione frammentata nell’ambito della tutela ambientale rallenta notevolmente gli interventi di controllo sulla popolazione animale. È essenziale semplificare le procedure e fornire agli agricoltori gli strumenti necessari per proteggere le proprie coltivazioni e garantire la propria sicurezza”.
Si stima che in Italia i cinghiali causerebbero danni per circa 17 milioni di euro all’anno. Le loro incursioni nelle aziende agricole devastano campi di grano, ortaggi, frutta e vigneti, compromettendo il lavoro e il reddito degli agricoltori e costringono i produttori ad adottare costose misure di prevenzione come le recinzioni elettrificate. Questo, a parte il danno più grave in termini sociali, quello della sicurezza sulle strade. Nella regione Puglia avvengono circa 300 incidenti stradali l’anno – alcuni con conseguenze tragiche – a casa della presenza dei cinghiali sulla carreggiata.

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