I benzinai dell’Umbria giudicano inefficaci le manovre del Governo per ridurre i prezzi dei carburanti.

Nessuna speculazione da parte dei benzinai alla luce degli aumenti che si stanno verificando alla pompa. Tutto è invece causa delle turbolenze sui mercati internazionali che hanno creato il sommovimento alla base degli aumenti. E lo specifica Giulio Guglielmi Carburanti, aumenti frutto della situazione internazionale dei mercati

Guglielmi, presidente Figisc Confcommercio Umbria: “I benzinai ultimo anello della catena, nessuna responsabilità sui rincari. E non sarà il cartello con il prezzo medio a farlo scendere”
Tagli alla produzione, aumento della domanda, diminuzione delle scorte e gap della raffinazione dei prodotti raffinati del 20% rispetto alla domanda: sono questi elementi, combinati tra loro, a determinare le forti tensioni sui prezzi dei carburanti che si registrano in queste settimane, spiega Figisc Umbria, il sindacato dei distributori di carburante aderente a Confcommercio.
“I gestori – sottolinea il presidente Guglielmi – sono l’ultimo anello della catena, e non hanno nessuna responsabilità diretta negli aumenti. Nel ciclo di produzione dei carburanti, la distribuzione è quella in cui i guadagni sono minimi. Che poi ci sia qualche caso di chi agisce in modo scorretto non può essere il pretesto per gettare la croce su una categoria che in Italia conta oltre 22.500 impianti. Anzi, noi siamo i primi a subire i malumori dei consumatori, che comprendiamo perfettamente. Ma la realtà dei numeri ci dice che da quando i prezzi hanno cominciato a salire gradatamente, ossia dal 17 maggio, al 30 luglio il prezzo alla pompa è cresciuto di qualche centesimo in meno rispetto al trend del mercato dei prodotti raffinati. E certamente – aggiunge Guglielmi – non sarà il cartello del prezzo medio, in vigore dal 1° agosto, lo strumento miracoloso che farà diminuire i prezzi. É fuorviante e ingannevole far credere al consumatore che un cartello riesca ad annullare gli effetti della tensione che ha motivazioni e diffusione internazionale. Crescerà solo la confusione degli utenti”.
Peraltro, in un regime di prezzi liberalizzati da trent’anni il prezzo medio ha un valore solo astratto, e non attribuisce al consumatore il diritto di esigere “quel” prezzo; anzi, come ha spiegato l’Antitrust, il rischio è che i prezzi oggi più convenienti tendano ad allinearsi ad un livello più alto. Insomma, il cartello – ribadisce Figisc – non solo non aiuta, ma non c’entra proprio nulla!
Intanto Figisc Confcommercio ha avviato con il Governo un confronto sul riassetto e la riorganizzazione del settore: un tema di cui si parla da decenni, sul quale finalmente si auspica un intervento serio e condiviso.
LE DINAMICHE DEI PREZZI DAL 17 MAGGIO AL 30 LUGLIO – ELABORAZIONE FIGISC CONFCOMMERCIO
Da quando i prezzi hanno cominciato a salire gradatamente, ossia dal 17 maggio, al 30 luglio le quotazioni dei prodotti raffinati sono salite per la benzina da 0,560 a 0,666 euro/litro, con un salto di 0,106 euro/litro (=0,129 con IVA), e per il gasolio da 0,550 a 0,678 euro/litro, con un incremento pari a 0,128 euro/litro (=0,156 con IVA) – spiega Guglielmi – nello stesso intervallo, i prezzi alla pompa sono cresciuti così: benzina in modalità self, da 1,812 a 1,912 euro/litro, con aumento di +0,100, in modalità servito, da 1,963 a 2,059 euro/litro, con incremento pari a +0,096; gasolio in modalità self, da 1,656 a 1,766 euro/litro, con crescita di +0,110, in modalità servito, da 1,811 a 1,914 euro/litro, con incremento pari a +0,103, in altre parole il prezzo alla pompa è cresciuto di qualche centesimo in meno rispetto al trend del mercato.

Exit mobile version