“Lo stop alla pesca a strascico toglie il 35% del pescato dalle nostre tavole”

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Sulle tavole italiane potrebbe sparire il 35% del pesce, con i suoi piatti tradizionali. Addio a fritture di paranza, gamberi, zuppe di pesce. A meno che non si vogliano sostituire gli ingredienti con pescato surgelato preveniente da altre zone del globo. Questo l’allarme lanciato da Coldiretti contro le politiche dell’Unione Europea che mirano ad eliminare entro il 20230 la pesca a strascico ed a tagliare le aree di pesca.

Il Piano promosso dal commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius prevede infatti una forte limitazione della pesca a strascico in tutta Europa entro il 2030. E propone la creazione di ulteriori aree marine protette. Senza considerare, lamentano i pescatori, attraverso le associazioni e i sindacati di settore, l’impatto sociale ed economico su imprese, lavoratori, territori e basandosi su dati scientifici non aggiornati e accurati.

Per protestare contro queste politiche, i pescatori che aderiscono alla protesta di Coldiretti si ritroveranno oggi (venerdì 14 luglio alle ore 9,30 – a San Benedetto del Tronto, uno dei più importanti scali pescherecci italiani. Dove apre il Villaggio della Coldiretti, che ha invitato pescatori provenienti da tutta Italia.

Nel Porto di San Benedetto del Tronto saranno presenti il ministro dell’agricoltura e la sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il presidente della Coldiretti Ettore Prandini con la presentazione del Report Coldiretti “Pesce italiano addio, i rischi delle importazioni”.

In Italia la pesca a strascico rappresenta il 20% della flotta totale peschereccia con 2088 unità, circa 7000 lavoratori, il 30% degli sbarchi ed il 50% dei ricavi. Un settore che in Europa rappresenta il 25% degli sbarchi totali di prodotti ittici ed il 38% dei ricavi, con oltre 7.000 imbarcazioni.

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