Sauro Pellerucci: “Nel mondo del lavoro occorre più sostenibilità”

Sauro Pellerucci

Quali sono le linee guida che deve seguire un’impresa per definirsi etica? In che modo il salario minimo è uno strumento che può favorire lo sviluppo dell’economia? “Il lavoro si definisce sostenibile nel momento in cui rispetta tutti gli stakeholder. Un reddito decoroso è quanto ciascuno deve potersi attendere per trarre dall’attività lavorativa il proprio sostentamento. È opportuno che si rispetti questo principio in una realtà economica e sociale che voglia dirsi progredita. Allo stesso tempo, in questa società, non si dovrebbe permettere la distribuzione di beni e servizi prodotti in economie in cui non si garantiscano le stesse tutele sociali e personali, praticando il cosiddetto dumping sociale. Se lo si consente si favorisce una concorrenza sleale che rende economicamente insostenibili proprio le aziende virtuose che rispettano le regole”. È quanto affermato dal Presidente di Pagine Sì Sauro Pellerucci, nell’ambito di un’intervista a cura del giornalista radiofonico Francesco Vergovich.

Ma se è sacrosanta la tutela dei diritti dei lavoratori è altrettanto importante salvaguardare il valore dell’impresa: “Le regole e le condizioni nel mondo del lavoro sono profondamente cambiate rispetto a trent’anni fa: non è detto che il dipendente sia necessariamente la parte debole e il datore di lavoro quella forte in un rapporto di reciproco affidamento. Oggi, forti delle proprie skills, i lavoratori dipendenti spesso si dimettono, decidendo in autonomia di lasciare un’azienda a favore di un’altra o di intraprendere un percorso diverso. D’altro canto l’imprenditore, che deve fare impresa con responsabilità sociale nei confronti dei propri collaboratori, dei clienti e dell’intera collettività, va comunque tutelato. Alla luce di questo cambiamento paradigmatico, è necessario che le norme vigenti siano riviste così da garantire equamente entrambe le parti”, ha proseguito il Presidente di Pagine Sì, secondo il quale “È possibile garantire alcune fondamentali tutele per i lavoratori solo se si difendono le aziende virtuose dall’aggressione dei prodotti provenienti da realtà in cui non si pone la dovuta attenzione ai diritti dei lavoratori o al rispetto dell’ambiente”.

D’altra parte, che il mondo del lavoro sia ormai entrato in una nuova fase della sua storia è una certezza tangibile. Basti pensare che il fenomeno del progressivo aumento dell’età media della popolazione italiana e mondiale registra un forte incremento dei lavoratori di età compresa fra i 55 e i 64 anni:

In Pagine Sì!, occupandoci di digital transformation siamo particolarmente attenti all’innovazione, dunque la giovane età può risultare spesso un elemento di vantaggio. Se si diviene insensibili a un certo tipo di stimoli, non solo legati all’età anagrafica, in genere si tende ad essere meno pronti al cambiamento. D’altro canto, i collaboratori con più anni di attività alle spalle garantiscono la formazione delle nuove leve e la continuità di un gruppo. La loro esperienza professionale e di vita è dunque un’opportunità da accogliere anche qualora risulti produttivamente meno efficace. In questo caso, il ‘fare e produrre” deve cedere il passo al ‘trasferire e dispensare’ saperi, passioni ed esperienze” ha concluso Pellerucci, il quale è convinto che ‘la modernità debba valorizzare la saggezza e non accantonarla’, tanto nella vita quanto nel lavoro.

 

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