Sauro Pellerucci: “Il reato ambientale è un crimine contro l’umanità”

Sebbene lo scorso marzo 2022 la Camera dei Deputati abbia definitivamente approvato la proposta di legge che modifica gli artt. 9 e 41 della Costituzione, fondendo il concetto di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico con quello dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, incurie e atti vandalici sono sempre diffusi.

“L’Italia è un museo a cielo aperto, ricco di bellezze naturali e artistiche: custodirle e valorizzarle va considerata una questione di prioritaria importanza che non può più essere rinviata.” È quanto dichiarato dall’imprenditore umbro Sauro Pellerucci nel corso di un’intervista radiofonica a cura di Radio Radio – L’evoluzione della Radio.

Eppure in Italia, non solo sono ancora troppi i roghi boschivi che decretano una reale emergenza incendi, ma sono altresì massicci gli attacchi e il deturpamento del nostro patrimonio artistico e culturale: “Il reato ambientale è da considerarsi un crimine non solo contro l’umanità ma contro tutte le altre forme viventi che abitano il pianeta. La natura è indifesa ed è per questo che va protetta e tutelata. È altresì ignobile attaccare ogni forma d’arte, che al contrario va conservata e valorizzata nel migliore dei modi possibili. La vicenda di Khaled al-Asaad, professore universitario e direttore del sito archeologico di Palmira che ha preferito morire decapito anziché rivelare dove fossero nascosti dei preziosi reperti storici greco-romani, è stato un gesto eroico che dovremmo tutti fare nostro”, prosegue Pellerucci.

La difesa dell’arte e della natura deve dunque essere un dovere civico, anche perché il nostro è un “Bel Paese” di nome e di fatto, basti pensare che attualmente l’Italia detiene il maggior numero di siti UNESCO, inclusi dunque nella lista dei patrimoni dell’umanità, ricchezze naturali e culturali che meritano di essere curate e protette. “Se pagare un ticket d’ingresso può servire ad implementare l’economia a favore della migliore conservazione e valorizzazione dei tesori culturali italiani, anche se si parla di Chiese, allora ben venga introdurre dei contributi in tal senso”, conclude l’imprenditore che nel suo romanzo “Il Bosco e la ghiandaia”, edito da sì!Edizioni, ha affrontato il tema dell’indissolubile legame fra uomo e natura oltre quello dell’importanza di difendere e preservare la storia.

Ed a proposito di economia, per l’imprenditore ternano, ecologista e umanista, anche le imprese devono fare la loro parte diventando sempre più sostenibili e socialmente responsabili così da tutelare non solo l’ambiente naturale ma anche il patrimonio culturale materiale e immateriale.

Una prerogativa della stessa Pagine Sì – Digital Human Company, azienda fondata e presieduta da Pellerucci, che da sempre si impegna per il bene comune.

 

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