Acque interne, specie aliene e biodiversità: dal FEAMPA le opportunità per tutelare ambiente e sviluppo economico

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Sfruttare al massimo le opportunità del FEAMPA 2021-27 per una coerente tutela ambientale insieme al massimo sviluppo delle possibilità economiche per gli operatori del settore ittico. Questa la necessità mersa dal seminario scientifico ed economico on line ‘FEAMPA per le acque interne, incubatoi e specie aliene’, organizzato a Castiglione del Lago da ACLI Terra nazionale, in collaborazione con il suo Centro assistenza agricolo (CAA ACLI) e il giornale Valori in Campo.

Il ‘Fondo Europeo per l’Acquisto delle Migliorie Prodotte in Ambito Acquatico’, diretto e finalizzato alla conservazione delle acque interne e al contrasto delle nuove specie aliene negli ecosistemi acquatici, può essere essenziale, come ha affermato uno dei due relatori, il professor Alberto Felici, docente di Biologia marina presso l’Università di Camerino e direttore del Master Management in Aree e risorse acquatiche costiere presso il medesimo Ateneo. Specialmente per le acque interne che, ha spiegato Felici, “non devono essere considerate come le sorelle povere di quelle marine. Al contrario, esse rappresentano degli ecosistemi fondamentali per il mantenimento della biodiversità, della cultura dei territori e delle produzioni connesse. Il fondo strutturale FEAMPA dovrà essere sfruttato al meglio per la cura, il mantenimento ed il miglioramento dei sistemi dulcacquicoli nazionali”.

Per l’altro relatore, Claudio Brinati, agrotecnico e consulente di imprese delle filiere agroalimentari, spesso in televisione a ‘Linea blu’ su Rai Uno, “il FEAMPA 2021-27 ed il Piano Triennale della Pesca ed Acquacoltura 2022-24 tracciano in maniera chiara, anche attraverso l’allocazione di importanti risorse economiche, il futuro del settore ittico sia per le aree costiere che per quelle interne. Elementi di relativa novità sono, innanzitutto, la spinta all’aggregazione di filiera sia tra soggetti che svolgono la stessa attività che tra soggetti che svolgono attività diverse. Poi – ha aggiunto il biologo – la necessità di spingere sulla condivisione di dati e fornire al consumatore quella corretta informazione che è sempre più necessaria per il maggior valore aggiunto possibile al prodotto; e ancora, l’aggregazione territoriale tra operatori, parti sociali ed altri soggetti interessati, nell’ottica di aumentare la resilienza del settore e diminuire la vulnerabilità delle imprese”.

Brinati ha infine sottolineato “la necessità di investire nel capitale umano con formazione ed informazione rivolte non solo agli addetti ai lavori, ma anche alla collettività”. Ed è indispensabile per la tutela degli ecosistemi e delle risorse ittiche coinvolgere in maniera ancor più rilevante le imprese del settore”.

Salutando i numerosi presenti, esperti e pubblico collegati, il presidente nazionale ACLI Terra, Nicola Tavoletta, ha ancora una volta evidenziato “il forte impegno dell’organizzazione professionale aclista di tutela del mondo agricolo e delle marinerie a tutti i livelli nella promozione delle più innovative buone pratiche in una chiave di massima ecosostenibilità. E spingiamo affinché sempre più il mondo produttivo, con i piccoli o medi operatori del settore ittico delle aree interne o marittime siano operativamente protagonisti, contemporaneamente veri difensori dei territori lacustri, fluviali e marittimi ma ricavino un reddito dignitoso dalla loro attività. Pesca e acquacoltura sono più che mai segmenti essenziali della nostra azione come ACLI TERRA per la difesa della bellezza per il nostro Paese e dei suoi prodotti”.

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